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Carne chianina. Scoperti allevamenti con certificazioni fasulle

Nell'Orvietano sono finiti sotto inchiesta una decina tra allevatori e grossisti sedicenti produttori e distributori di carne del prezioso bovino

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Buona, tenera e certificata.  Il boom della carne chianina ha contagiato da qualche tempo a questa parte anche il mercato orvietano.  Peccato che non tutta quella che arriva nel piatto, dagli allevatori del territorio, possa effettivamente fregiarsi della certificazione sbandierata. E' così che, nell'Orvietano, sono finiti sotto inchiesta una decina tra allevatori e grossisti sedicenti produttori e distributori di carne del prezioso bovino. 

 

A scoprire gli allevamenti con certificazioni fasulle, nell'ambito di una serie di controlli che stanno riguardando tutta l'Umbria, è stato il nucleo regionale dei carabinieri del Nas che, adesso, sotto il coordinamento della procura della Repubblica presso il tribunale di Orvieto, indaga per falso e frode in commercio.  Con le denunce, sono scattati ovviamente anche i sequestri negli allevamenti finiti nel mirino.  In sostanza, dalle verifiche avviate dai carabinieri del nucleo regionale antisofisticazioni sarebbe emerso che molti esemplari allevati nell'Orvietano vantavano la certificazione di mucca chianina, quando in realtà erano meticci. Si attende ora la conclusione delle indagini per capire l'epilogo della vicenda.

 

Il danno, in questi casi, è chiaramente d'immagine per il marchio originale, ma c'è dietro anche un discreto business, considerando il fatto che i prezzi all'ingrosso tra una carne certificata chianina e una proveniente da allevatori con bestiame meticcio possono variare anche di un paio di euro a chilo.

 

A questo proposito, è significativo citare una ricerca di Adnkronos di un paio di anni fa "la chianina è razza antica dalla carne saporita ma di appena 40 mila capi. Il consorzio produttori dichiara di non macellarne più di 15 mila l'anno". Ne consegue, "se la matematica non è un'opinione - affermano dall'agenzia - che se fossero tutte chianine quelle che stanno sulla brace, la Toscana e l'Umbria dovrebbero essere un unico grande pascolo".

Pubblicato il: 01/09/2007

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