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Si uccide con il gas di scarico dell'auto

Trovato mercoledì in un bosco a Castel Vidscardo il corpo di un giovane di Castiglione in Teverina scomparso da tre giorni. Incidenza di suidici nell'Orvietano superiore alle statistiche nazionali. Ne parliamo con il dottor  Giuseppe Cantarini, direttore del servizio di igiene mentale

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Sesto suicidio in poco più di 2 mesi. Si allunga tragicamente con il nome di Andrea Zanco, 32enne di Castiglione in Teverina, trovato senza vita mercoledì sera a Castel Viscardo, la scia di suicidi che sta funestando l'estate 2007. Il 32enne, addetto all'autogrill alla stazione di servizio Tevere, era scomparso da casa domenica. Mercoledì in tarda serata, dopo 3 giorni di ricerche vane, è stato trovato da un cacciatore in località Cerreto, a Castel Viscardo. Si era tolto la vita col gas di scarico della macchina, lasciando un biglietto per scusarsi con i genitori.

 

E' l'ultimo tragico gesto che si registra dalla metà di giugno quando a precipitare volontariamente dalla Rupe era stata Carlotta Martinengo, 47 anni, seguita neanche 10 giorni dopo da un ragazzo di appena 23 anni, Andrea Costantini, studente universitario. Sempre i primi di luglio si era tolto la vita Natale Tiberi, 60 anni di Allerona e ancora alla metà del mese, a Ficulle, venne trovato impiccato in una palestra in costruzione un operaio di 30 anni Nilton Cesar Araoz Garcia, di origini peruviane. Infine, Alessio Dessi, 25enne trovato impiccato (in realtà a quattro mesi dalla morte) nei boschi di San Venanzo. Le statistiche non possono certo parlare della sofferenza che c'è dietro ad ogni singolo gesto, ma 6 morti in un arco temporale così ristretto puntano inevitabilmente un riflettore su una realtà a dir poco inquietante.

 

"Il Sim è attualmente impegnato nel monitoraggio del fenomeno negli ultimi 7 anni. Mancano ancora all'appello i dati del 2006 e del 2007, ma già le statistiche del quinquennio 2001-2005 evidenziano un'incidenza di suidici nell'Orvietano superiore alle statistiche nazionali". E' quanto spiega il dirigente del servizio igiene mentale, Giuseppe Cantarini. Per restare in linea con la media nazionale un territorio come l'Orvietano dovrebbe conoscere dai 2 ai 3 suicidi all'anno. "Ne abbiamo il 50% in più - osserva lo psichiatra - ed è un dato che si ripete abbastanza spesso negli anni".

 

Le istituzioni e la società in tutto questo sarebbero abbastanza latitanti.

"Abbiamo tentato di coinvolgere più volte qualche politico per analizzare il fenomeno e trovare una qualche forma preventiva - dice Cantarini - ma il nostro invito non ha avuto alcun seguito". Si è parlato recentemente di reti per prevenire le morti per autoprecipazione dalla Rupe. "In alcuni casi effettivamente - sostiene Cantarini - provvedimenti anche estremamente banali presi per contrastare la ritualità che si crea in determinati luoghi hanno dato qualche risultato. E' il cosiddetto effetto alone: una suggestione innescata da uno, in soggetti che hanno in incubazione questa idea. Non a caso al verificarsi di suicidi ci attiviamo immediatamente con i nostri pazienti a rischio".

 

I dati andrebbero studiati per categorie (è quello che il Sim farà una volta che avrà a disposizione le statistiche complete) tuttavia il male più diffuso è "un forte disagio sociale - solitudine, patologie diverse, forme di sofferenza non ben definibili legate all'assenza di valori, di certezze.. - che sfocia in malesseri che raramente il tessuto sociale riesce a cogliere. Forse - dice ancora Cantarini - occorrerebbe anche una maggiore attenzione da porte dei medici di base".

 

Ad annunciare un incontro imminente col Sim, intanto, ma anche con le forze dell'ordine "per capire questo disagio enorme" è l'assessore ai Servizi sociali, Cecilia Stopponi che spiega questa raffica di suicidi con una "crisi profonda legata alla precarietà di vita, di fronte alla quale scatta la totale mancanza di futuro, al punto che diventa appetibile togliersi la vita piuttosto che lottare per qualcosa che non sai".

 

Pubblicato il: 31/08/2007

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