Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Tutto sullo scavo al Campo della Fiera. Da un articolo di Giuseppe M. Della Fina pubblicato su Repubblica

di Giuseppe M. Della Fina

Una nuova scoperta sta arricchendo il quadro delle nostre conoscenze sull'antica Etruria: i risultati della campagna di scavo in corso in località Campo della Fiera ad Orvieto sembrano avvallare l'ipotesi del ritrovamento del Fanum Voltumnae. Il rinvenimento di due altari, uno dei quali monumentale e di fattura particolarmente raffinata, insieme a quello di frammenti ceramici che consentono di datare l'inizio della frequentazione della zona in epoca villanoviana, vale a dire nella fase iniziale della civiltà etrusca, sembrano spingere decisamente verso tale direzione interpretativa. 

I ritrovamenti si devono a Simonetta Stopponi (Università degli Studi di Macerata) che sta conducendo con successo approfondite indagini nella zona dal 2000. L'area indagata occupa ormai tre ettari e ha restituito numerosi resti che documentano una continuità ininterrotta di uso sino alla peste nera del 1348. Sulle nuove importanti scoperte torneremo. Prima occorre domandarsi cosa rappresentasse il Fanum Voltumnae per il mondo etrusco e per quali motivi vada ricercato nei pressi di Orvieto, l'etrusca Velzna.

Il Fanum Voltumnae era il santuario federale dove si riunivano i rappresentanti delle dodici città principali che formavano la dodecapoli, la lega etrusca. Vi si ritrovavano annualmente, ma erano previste anche assemblee straordinarie la cui convocazione poteva essere richiesta, in casi di particolare gravità, da parte di popoli alleati quali i Falisci e i Capenati. Così almeno accadde - secondo la testimonianza di Tito Livio - nel 397 a.C. quando si trattò di prendere una decisione rispetto alla sorte di Veio che era assediata dai Romani e stava per capitolare.

Le assemblee avevano un carattere politico e sappiamo che a Roma si guardava con attenzione e preoccupazione alle risoluzioni prese nelle riunioni. Il valore politico degli incontri era ribadito dall'elezione di una sorta di primus inter pares, definito in iscrizioni latine di età imperiale come praetor Etruriae.

Gli incontri avevano comunque anche un aspetto religioso e nel mondo antico non avrebbe potuto essere altrimenti, non a caso il luogo era posto sotto la protezione del dio Voltumna  - definito deus Etruriae princeps da Varrone - una divinità che è stata assimilata con Tinia, vale a dire il Giove latino. Non mancavano neppure le manifestazioni sportive e gli spettacoli: grande scandalo suscitò la decisione del re di Veio di ritirare per protesta gli atleti e gli attori veienti dai giochi nel 404 a.C.

Tito Livio è lo storico latino che informa più dettagliatamente sul Fanum Voltumnae, ma purtroppo non fornisce indicazioni sulla sua localizzazione. Pertanto a partire dal Quattrocento - quando ha avuto inizio la riscoperta degli Etruschi - sono state avanzate diverse proposte per la sua identificazione. Negli ultimi decenni ha preso quota la tesi di posizionare il Fanum nei pressi di Orvieto, l'etrusca Velzna (Volsinii in lingua latina). Quali sono gli indizi raccolti? Innanzitutto una disposizione di Costantino - assunta tra il 333 e il 337 d.C.- con la quale l'imperatore autorizzava gli Umbri a svolgere la propria festa religiosa annuale a Spello e non più - nel rispetto di un'antica tradizione - aput Volsinios, presso Volsinii, insieme agli Etruschi. Va tenuto presente che in epoca imperiale, dopo il duro intervento effettuato da Roma nel 264 a.C., la città di Volsinii era stata saccheggiata e rifondata sulle sponde del lago di Bolsena e non si trovava quindi più sulla rupe orvietana. Ma nel testo costantiniano si dice "presso" e non "in" Volsinii. 

Un altro argomento a favore è il ricordo che il saccheggio avrebbe fruttato ai Romani duemila statue di bronzo e un numero così elevato di opere sembra rinviare alla presenza di un'area sacra di particolare importanza. Ci sono poi il poeta Properzio che ricorda l'origine volsiniese del dio Voltumna e il grammatico Festo che segnala, all'interno del tempio di Vertumno (l'equivalente latino di Voltumna) a Roma, la raffigurazione del console M. Fulvio Flacco colui che aveva espugnato Velzna.

Si tratta di elementi di peso che hanno spinto a cercare il Fanum Voltumnae nell'area tra Orvieto e Bolsena e, all'interno di tale distretto territoriale, sono state avanzate diverse proposte. Negli anni Trenta del Novecento, un erudito appassionato di archeologia e arte Geralberto Buccolini prospettò per primo l'ipotesi che il santuario fosse da ricercare ai piedi della rupe orvietana, nell'area di Campo della Fiera e del Giardino della Regina. Avanzò la supposizione sulla base di un riesame dei ritrovamenti  avvenuti in quella zona negli anni Settanta e Ottanta dell'Ottocento che avevano portato alla scoperta di importanti resti di epoca etrusca da riferire a strutture templari.   

Sulla scorta di tali riflessioni e conoscenze sono stati intrapresi gli scavi diretti da Simonetta Stopponi e resi possibili dal sostegno finanziario della Banca Monte dei Paschi di Siena. Quali strutture hanno riportato alla luce? C'è un dato storico innanzitutto da evidenziare - foriero di ripercussioni sull'interpretazione stessa dell'area - ed è rappresentato dalla scoperta di un'intensa frequentazione attestata da interventi urbanistici e architettonici in epoca repubblicana e imperiale romana.   

Tra le strutture riportate alla luce ci si concentrerà su quelle di recentissimo rinvenimento e allora andrà segnalato un ampio recinto al cui interno è stato scoperto un tempio che presenta almeno due fasi edilizie e un percorso pedonale realizzato a fianco del suo lato lungo meridionale, due pozzi (uno con una  base modanata in trachite) e da ultimo - come si è gia ricordato - due altari rispettati nella ristrutturazione dell'area avvenuta nel II sec. a.C. Uno, di fattura pregevole, è realizzato in trachite, l'altro in tufo. Il più monumentale sembra risalire alla metà del V sec. a.C. ed essere contemporaneo alla fase più antica del tempio col quale è probabilmente in connessione. In questa stessa zona erano stati rinvenuti già due bronzetti di offerenti, oltre a numerosi frammenti di ceramica attica di qualità notevole,  e ora si è scoperto il basamento di un donario. 

In un altro settore della stessa area di scavo, gli archeologi hanno riportato alla luce una fontana monumentale e la base di un ulteriore edificio di epoca etrusca dalle dimensioni ragguardevoli.

Nelle prime campagne di scavo erano state messe in luce due antiche strade basolate, una delle quali appare delimitata da un muro in opera reticolata lungo 70 metri ed è stata interpretata dagli scavatori come una via sacra; terme di modeste dimensioni di epoca romana e una chiesa di origine altomedievale impostata su strutture precedenti. Un'altra ampia via lastricata e alcuni ambienti che vi si affacciavano sono stati rinvenuti, a non molta distanza, in scavi condotti direttamente dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria sotto la direzione di Paolo Bruschetti.

Molto resta da indagare e comprendere: occorre cercare i resti delle strutture legate agli spettacoli e ai giochi e scoprire ancora con ogni probabilità l'edificio (o il luogo consacrato) principale, ma che l'area del Fanum Voltumnae sia stata individuata appare - dopo i rinvenimenti di questa estate - sempre più verosimile. 

Pubblicato il: 29/08/2007

Torna alle notizie...