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Arrestato il ladro delle casse continue

Avrebbe compiuto sette colpi in dieci mesi tra il luglio 2006 e il maggio 2007 in alcuni istituti di credito di Orvieto scalo e Fabro. Un ingegnoso sistema da cui, inoltre, non emergeva il deposito effettuato

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Aveva "brevettato" un ingegnoso sistema di manomissione di alcune vecchie casse continue delle banche che lo stava facendo diventare ricco. Una cifra che sfiora i 40mila euro l'aveva accumulata in soli sette colpi in dieci mesi tra il luglio 2006 e il maggio 2007 in alcuni istituti di credito di Orvieto scalo e Fabro. Finché i carabinieri di Orvieto, sulla scorta di numerose segnalazioni di banche e clienti derubati, non si sono mesi sulle sue tracce e alla fine, mercoledì mattina, lo hanno arrestato a Genova su ordinanza del gip Forlani del tribunale di Orvieto. Il "mago", esperto nelle violazioni delle casse continue (ha numerosi precedenti specifici), sarebbe un napoletano di 35 anni, Gabriele Cozzuto.

 

Pare che nella vita non facesse praticamente altro. E d'altro canto non ne aveva di certo bisogno a giudicare dalla relativa semplicità con cui era in grado di svuotare alcuni vecchi modelli di casse continue.

 

In sostanza, il 35enne si avvicinava alla cassetta come per un normale versamento. Solo che, manomettendo il meccanismo con alcuni elementi in ferro e plexiglass, invece che lasciare il denaro, inseriva un intercapedine che impediva a chi si recava allo sportello dopo di lui di depositare la propria cassetta col contante. O meglio la cassetta veniva inserita ma non cadeva nella cassaforte, come avviene di regola. Restava "al sicuro" nell'intercapedine da dove, di lì a poco, l'ingegnoso ladro l'avrebbe estratta, con una seconda operazione che si avvaleva di una carta di credito o comunque di un oggetto di piccolo spessore che gli consentiva di riaprire il meccanismo. I colpi erano studiati nel dettaglio al punto che il 35enne avrebbe anche provveduto, in alcuni casi, ad oscurare telecamere "indiscrete" con lo spray e non portava mai con sé il telefonino. "E che mi porto un carabiniere appresso..." avrebbe detto agli inquirenti che lo interrogavano.

 

A tirare un sospiro di sollievo ora sono molti orvietani che senza l'arresto non avrebbero mai avuto alcuna chance di risarcimento, visto che la banca non avrebbe certo potuto risarcirli di un versamento che, viste le modalità dei furti, non risultava nemmeno eseguito.

 

Pubblicato il: 25/08/2007

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