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Riccardo Cotarella. Vendemmia, crisi dell'Orvieto e dei mercati

Si prospetta un'annata straordinaria, poca uva ma eccellente. Intervista al famoso enologo sui temi che appaiono nell'agenda di tutti i viticoltori della zona, che da anni subiscono i danni di una crisi irrisolta

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Mentre il mondo vinicolo orvietano è in fermento, si entra nella stagione più intensa per le cantine locali. Quella della vendemmia.

Ma quale previsione è possibile fare per la produzione 2007, sulla base delle analisi condotte fino a questo momento della stagione? Lo abbiamo chiesto all'enologo di fama mondiale, Riccardo Cotarella che si è dimostrato disposto a parlare anche di crisi dell'Orvieto e di mercati. 

Dottor Cotarella, che annata si prospetta per la vendemmia 2007?

 "Un'annata straordinaria. Due, come sempre, i fattori che entrano in gioco: il terreno e la mano del viticoltore. Dal punto di vista dei terreni, la stagione, per come è stata fino ad oggi, premierà quelli argillosi e compatti e ne penalizzerà altri, quelli ghiaiosi e sabbiosi. Per quanto riguarda, invece, la coltivazione del vigneto, sarà premiato chi ha condotto bene l'ultima parte della maturazione, ha limitato al massimo l'evaporazione del terreno, ha provveduto alla regolazione dell'apparato fogliare e allo sfoltimento dei grappoli in eccesso Chi può far conto su entrambe queste variabili avrà di certo una grandissima annata. C'è soltanto da augurarsi che non piova fino alla raccolta: una pioggia consistente e duratura, in questa fase, diluirebbe troppo le sostanze contenute nell'uva ed esporrebbe i grappoli al rischio d'aggressione da parte delle muffe. Per la quantità, la produzione, quest'anno, è medio o medio bassa".

In funzione dell'andamento stagionale, quali vitigni, a suo avviso, hanno i presupposti per una migliore riuscita?

"I rossi in genere e, forse per la prima volta, sarà un anno da ricordare per il trebbiano".

Crisi dell'Orvieto: le fascette sono già sul mercato con la produzione 2006. Si avvertono i benefici effetti del contrassegno?

"Non ne vedo. Aldilà della fascetta, d'altro canto, tutti gli imbottigliatori dell'Orvieto, sia quelli in zona che non, lavorano ottimamente". 

Eppure il mercato sta mettendo a dura prova la produzione locale. Quali le prospettive?

"Alla luce di ciò che succede nel mondo, resto fermamente convinto che il mercato lo facciano gli uomini e non viceversa. Non possiamo non essere obiettivi e a volte critici se i risultati stentano a venire. E questo aldilà delle congiunture mondiali".

Quale via d'uscita, dunque, per rilanciare la Doc?

"Siamo nelle mani dei produttori. Da anni siamo in mezzo al guado: né carne né pesce. I produttori devono decidere se dare all'Orvieto un futuro di vino "da battaglia" o se indirizzarlo verso mercati più dignitosi, non solo a livello di prezzi ma a livello d'immagine. E' una decisione che non può che essere presa dai produttori, pensando che, una volta fatta, questa influenzerà tutto il territorio e non solo una cantina o un'azienda specifica".

Pubblicato il: 24/08/2007

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