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Incendio. Indagini sull'ipotesi di dolo

La presenza di più focolai e la rapidità con cui si sono estese le fiamme spingerebbe così adesso gli inquirenti a non escludere che dietro l'incendio ci siano dei criminali 

ORVIETO - Indagini a tutto campo sul violento incendio che domenica scorsa ha ridotto in cenere 30 ettari di campi e orti, distrutto veicoli e macchinari, messo a serio rischio aziende e abitazioni. Gli inquirenti non escludono alcuna pista per risalire alle cause dell'inferno di fuoco che si è sviluppato intorno a mezzogiorno, a quanto pare dalla linea ferroviaria lenta che costeggia la zona industriale di Bardano.

 

Altri allarmi sono arrivati a più riprese anche da Rocca Ripesena, Lapone e Sugano. Proprio la presenza di più focolai e la rapidità con cui si sono estese le fiamme spingerebbe così adesso gli inquirenti a non escludere assolutamente l'ipotesi del dolo: ovvero, dietro al rogo, che ha mandato in tilt anche 20 linee telefoniche e che ha rischiato di trasformarsi in tragedia per tante famiglie, non è escluso che ci possano essere una o più mani incendiarie. Intanto si contano i danni. Ingenti. L'azienda vinicola Cardeto ha riferito di danni che si aggirano sui 200mila euro.

 

E molti altri privati, terminate le lunghe e difficoltose operazioni spegnimento, non hanno potuto far altro che contare le perdite: vigneti, soprattutto. Nell'incendio sono andate semidistrutte anche due automobili e una moto.

Pubblicato il: 09/08/2007

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