In tanti alla presentazione del libro di Vauro e Sandro Ruotolo e alla fondazione di Articolo 21. Liberi di ad Orvieto
La Sala del Governatore gremita da circa 100 persone. Giulietti, Ruotolo Vauro e Cimicchi parlano della libertà e del pluralismo. E Giulietti parla anche dell'operazione Chaos. Forte il no alla guerra del vignettista Vauro
Cronaca
di Rosa Molgora
Una manifestazione riuscita. È così che l'associazione "Articolo 21. Liberi di" fa il suo debutto ad Orvieto.
Circa Cento persone hanno assistito alla presentazione del libro di Sandro Ruotolo "Sciusciò, dal Raggio Verde a Sciuscià" e al dibattito "Censura e autocensura ai tempi di Silvio II".
Il dibattito si è tenuto presso la Sala del Governatore a Palazzo dei Sette, l'attuale aula di Consiglio Comunale.
Tra i partecipanti Stefano Cimicchi, il giornalista Rai e caporeddatore di Sciuscià Sandro Ruotolo, il vignettista Vauro Senesi ed il parlamentare diessino Giuseppe Giulietti, che è anche portavoce nazionale dell'associazione.
Il dibattito, che si è tenuto proprio nel giorno successivo allo sciopero generale dei giornalisti, proclamato dalla Federazione Nazionale della Stampa, ha tracciato il quadro della difficile situazione dell'informazione italiana. Le epurazioni in Rai di Santoro, Biagi ma anche di altri giornalisti non conosciuti come loro, è l'indice della censura messa in atto dagli attuali vertici azzerati di Viale Mazzini.
Ovviamente, proprio per la presenza di Ruotolo e Vauro, parte della discussione è stata dedicata proprio alla decisione, da parte dei vertici Rai, di non fare riprendere le trasmissioni condotte da Michele Santoro provocando, di fatto, l'azzeramento della redazione di Sciuscià. C'è un colpevole, c'è chi ha chiuso Sciuscià e questa persona è Silvio Berlusconi.
Vauro ha urlato forte il suo no alla guerra contro l'Iraq. L'appello di Emergency, più volte citato dal vignettista, è diventato uno degli argomenti discussi nel corso della serata.
In merito a questo argomento Giuseppe Giulietti ha citato come, proprio sull'argomento, il centro sinistra dovrebbe ritrovare unità. «Non si può fare una guerra preventiva» ha affermato il parlamentare. E se a questa guerra arrivasse anche il sì dell'Onu «Io in Parlamento voterei contro».
Giuseppe Giulietti, che ha cominciato la sua attività parlamentare proprio da Orvieto, suo primo collegio, alla conclusione del dibattito è intervenuto anche sulle ultime vicende che hanno colpito la città di Orvieto.
«Orvieto è stata colpita recentemente da fatti legati alla droga. Io confido pienamente nel lavoro della magistratura - ha affermato il parlamentare -. Prova di questa mia sincerità è il fatto che io non ho mai avuto bisogno di votare leggi che permettessero di aggiustare i miei processi - che fortunatamente non ho mai avuto -, o quelli dei miei amici. E se ci dovesse essere occasione per farlo non lo farò. Provo disprezzo per chi invece queste cose le fa, per chi si vota leggi su misura, per salvarsi dalle inchieste in atto. Con grande serenità, quindi, posso fare alcune considerazioni rispetto a questa vicenda».
«Innanzitutto mi pare che l'operazione sia stata condotta in modo eclatante. Io non ho visto elicotteri sopra il ministero delle Finanze nel momento in cui, con certezza, si sapeva che sostanze stupefacenti entravano in quel ministero. Bisogna capire che non si può utilizzare il braccio pesante con i più deboli e poi essere estremamente garantisti con i potenti. In tal caso c'è qualcosa che non funziona, ci sono pesi e misure diverse che non fanno giustizia».
«Ho notato anche un certo sciacallaggio nel parlare di questa vicenda. Sapete - ha proseguito - il nostro è un Paese strano, dove tutti sono pronti a urlare alla pena di morte e poi, nel momento in cui ci si trova in una situazione di difficoltà, si diventa prontamente democratici. Io penso che non si possa essere democratici solo di domenica e poi razzolare male nel corso della settimana».
«Ai cittadini di Orvieto - ha concluso Giulietti - io dico che la solidarietà è un valore importante. Meglio esserlo un giorno prima che trovarsi a cercare un giorno una solidarietà che non c'è più. Anche per questo io sono solidale con chi, da Orvieto, mi è stato vicino ed ancora lo è. Lo ringrazio per il lavoro che ha fatto al mio fianco e che continua a fare. A lui e a tutte le famiglie coinvolte in questa vicenda va tutta la mia solidarietà».
Pubblicato il: 22/12/2002