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Siccità, il lago di Corbara a secco

Non si tratta ancora di allarme ma il lago comincia molto più in là del solito scoprendo in maniera evidente porzioni di costa. Il rischio siccità si fa sempre più minaccioso soprattutto se continuano a perdurare le alte temperature e la mancanza di pioggia

foto di copertina

 

di Sara Simonetti

 

ORVIETO - La siccità sta provocando apprensione anche sulle sponde del lago di Corbara dove il livello delle acque ha raggiunto i minimi storici. Non si tratta ancora di allarme ma il lago comincia molto più in là del solito scoprendo in maniera evidente porzioni di costa, dove, fino a qualche mese fa, l'acqua scorreva in abbondanza e la vegetazione era di un bel verde acceso. Ora, invece, quello che si apre davanti agli occhi, è uno scenario disarmante con intere parti del bacino "a vista", completamente prive di acqua ma ricoperte da rami secchi e terra bruciata dal sole. La vegetazione, o meglio quello che ne resta, sta ormai prendendo il posto del lago. Ma anche dove resiste ancora qualche centimetro d'acqua la situazione è davvero incredibile. Più che un bacino idrico votato alla produzione di energia elettrica, il lago di Corbara con un'estensione di circa 13 chilometri, sembra diventata una lingua, ormai quasi asciutta, che scorre tra le gole del Forello proprio sotto la Baschi-Todi. Le sue dimensioni, infatti, molto si avvicinano a quelle di un fiumiciattolo. Se non fosse per l'imponenza della diga che annuncia comunque che si è in presenza di un lago di discrete dimensioni, chiunque si trovasse a passare per quella strada e gettasse lo sguardo al di sotto del costone che raccoglie la poca acqua rimasta, rimarrebbe esterrefatto dall'incredibile cambiamento i al quale è andato incontro il lago nel giro di solo qualche mese. "Siamo molto al di sotto dei minimi storici - hanno confermato alcuni operai incontrati proprio lungo le sponde mentre stavano provvedendo alla pulizia del lago - forse anche peggio dell'anno scorso". La situazione, quindi, non è delle migliori, anzi, il rischio siccità si fa sempre più minaccioso soprattutto se continuano a perdurare le alte temperature che stanno ormai praticamente prosciugando gran parte dei bacini del territorio. Come il fiume Paglia, ridotto ai minimi termini. Le alte temperature e l'assenza di piogge hanno infatti finito per ridurre anche il principale corso d'acqua dell'Orvietano a poco più che un rigagnolo. Per questo la Provincia di Terni, prendendo atto dell'emergenza, è corsa ai ripari vietando, da mercoledì scorso, gli attingimenti idrici e la pesca lungo tutto il corso d'acqua.

 

 

Pubblicato il: 29/07/2007

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