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Il terrorismo e' nemico della democrazia

Cronaca di un dibattito che ha particolarmente interessato una folta platea giunta al Parco del Paglia

di Democratici di Sinistra

L'incontro pubblico che il Partito dei DS ha organizzato nella serata di venerdì 6 luglio scorso, dal titolo "Il terrorismo è nemico della democrazia" e che ha visto la presenza autorevole di alcuni fra i massimi esponenti nazionali della lotta alla criminalità, ha fatto il pieno di pubblico, denotando come la scelta oculata di temi particolarmente sentiti dalla comunità civile sia in grado di attirare l'interesse generale.

Il dottor Federico Giovannini, della segreteria DS di Orvieto, responsabile delle manifestazioni sui temi della giustizia per il Partito dei DS, ha condotto un brillante prologo nel quale ha citato alcune personalità di statura elevata, come il compianto Giudice Giovanni Falcone, nel ricordare una sua emblematica frase: "Di fronte ai terroristi è necessario unire le forze migliori del Paese"; all'appuntamento, erano presenti proprio quelle stesse forze: la Magistratura (con la presenza del Procuratore della Repubblica di Torino dott. Gian Carlo Caselli), la Politica (rappresentata dal senatore Massimo Brutti, Responsabile Giustizia DS e vicepresidente del COPACO e dalla senatrice ulivista Sabina Rossa) ed il Sindacato (con Claudio Giardullo, segretario nazionale SILP CGIL).

Ne sono scaturiti interessanti temi di riflessione, con l'affermazione che il terrorismo è un fenomeno antitetico alla democrazia perché non ammette e tollera colui che esprime un dissenso, quando invece la democrazia è anche diversità, contrapposizione e talvolta conflitto, pur rimanendo un luogo di appartenenza ad una comunità. Caselli, nel suo intervento, ha ribadito il fallimento delle Brigate Rosse e l'importanza delle assemblee all'interno delle fabbriche con operai, magistrati, studenti e intellettuali che democraticamente decisero di coalizzarsi per sconfiggere la criminalità. Analizzando l'anomalia, tutta italiana, della ricomparsa periodica del fenomeno terroristico, viene alla luce la debolezza della politica e dello Stato, che non sono stati in grado di stroncare in modo definitivo tale piaga.

Occorre ricordare infatti come negli anni novanta, la politica marginalizzò sia l'analisi che la ricerca della e delle verità e ciò favorì la continuazione, seppure più ovattata, del fenomeno criminale. Inoltre, i terroristi ottennero un risalto mediatico che mise in ombra coloro che più di altri pagarono la violenza terroristica: cioè le vittime. Il Sindacato stesso fu infiltrato da frange consistenti del terrorismo, ma la ferma risposta dello stesso permise la salvaguardia della legalità. Dal dibattito è emersa anche la triste vicenda del SISMI con la relativa schedatura dei magistrati italiani ed europei considerati "persone destabilizzanti e pericolose" per l'ordine politico negli anni 2003-2006; il giudice Caselli, coinvolto direttamente in queste liste, ha ribadito la scelta più che giusta del CSM di rendere nota questa incredibile vicenda, anche perché una prerogativa del Consiglio Superiore della Magistratura è quella di tutelare l'autonomia dei magistrati, così come sancito dall'articolo 104 della Costituzione. Anche il senatore Massimo Brutti ha affermato che si deve fare piena luce sui fatti accaduti per dare chiarezza ai cittadini, riformando, se necessario, l'assetto dei servizi segreti.

Pubblicato il: 10/07/2007

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