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Moralità e rinnovamento

L'amoralità è la condizione peggiore, perché giustifica tutto, e tutto diviene lecito e possibile in mancanza di regole o con regole costruite a proprio beneficio di Dante Freddi

foto di copertina

di Dante Freddi

Uno o due mesi fa, per alcuni giorni, ho tenuto in home il banner che rimandava ad un libretto del Settecento titolato "Doveri delli sindaci, consiglieri e segretari di comunità" di padre Anastasio Furno, accompagnato da una mia breve prefazione.

La prefazione termina con i due capitoletti che seguono: li ripropongo perché sento la necessità di un commento a quanto sta accadendo nelle istituzioni e nella politica nostrana e poiché lo scriverei esattamente così, allora è meglio non faticarci troppo. Qui potete scaricare tutto il libretto in PDF.

"Moralità

Se si possiede maturato e interiorizzato questo insieme di valori condivisi che definiamo genericamente moralità, si ha la consapevolezza dell'immoralità e dell'errore, proprio e degli altri, che è il primo passo verso l'espiazione ed il ravvedimento. Ma soprattutto si conosce l'orrore dell'amoralità, la condizione peggiore, perché giustifica tutto, e tutto diviene lecito e possibile in mancanza di regole. Il complesso di valori ed atteggiamenti che governano il comportamento sono assenti o offuscati e l'azione è determinata da quanto è più conveniente per vivere.

È così che salta fuori l'aberrazione che rubare per il partito non è rubare, che rispetto al tempo dedicato qualche regalo incassato non è corruzione, che "così va il mondo".

E la politica diviene una fogna da cui, comunque, anche persone che vi entrano pulite, ne escono almeno maleodoranti per gli effluvi che provengono dall'intorno.

Sì, certo, è un luogo comune, è quanto conosciamo tutti, non c'è certo novità in tale asserzione, a tal punto che stiamo ragionando su un mondo che anche nel 1786 aveva gli stessi vizi e che continuerà a coltivarli indisturbato se gli scrolloni provocati da eventi come "mani pulite" non avverranno a cicli più ravvicinati, se i ladri e i malfattori si sentiranno sicuri nel loro ambiente e protetti anche dalla gente per bene di cui si circondano, i tanti "sindaci e segretari" che fanno il loro dovere onestamente, ma che sono così ansiosi di continuare a farlo da non guardare per non vedere, o, più semplicemente, non se la sentono di condannare senza prove inoppugnabili.

Quest'ultimo sarebbe anche un atteggiamento civile se non fosse che nei fatti garantisce i meno onesti, che difficilmente si fanno prendere con il bottino in mano.

Bisogna avere il coraggio di provare orrore, di scandalizzarsi, di non accettare la disonestà e la sopraffazione come un fatto inamovibile e congenito, contro cui è inutile opporsi, perché tanto nulla cambierà.

Abbassare la guardia è un invito per i furfanti di ogni specie a dare scandalo, a sporcare la politica, che può essere invece uno straordinario atto d'amore nei confronti degli altri di cui ci si occupa e di se stessi, reso ancora più sapido dai "piaceri" legittimi che se ne traggono.

Rinnovamento

I nostri sono tempi di rinnovamento. Come tutti i tempi.

C'è una generazione che preme carica di proposte, di idee, di metodi giusti per impegnarsi in politica e governare la città e il Paese.
Di fronte a loro stanno quelli che devono essere rinnovati, fintamente disponibili, come natura comanda.
Lasciano qualche posizione, di quelle che richiedono tanti sacrifici e pochi emolumenti, e così avanti i nuovi, con la sensazione di essere finalmente giunti all'affermazione delle loro idee, che il futuro è presente.
Dichiarazioni straordinarie dei rinnovatori ci descrivono il mondo che verrà presto, le "meravigliose sorti e progressive". Un mondo in cui la democrazia è piena e la selezione premia i migliori.

Poi, tutto si scontra nella conta delle tessere all'interno dei partiti e , in modo più nobile, dei voti nelle elezioni.
Lasciamo a Berlusconi la discussione sui brogli elettorali e alla magistratura indagare sui reati di voto di scambio.
A noi basta occuparci della vita interna dei partiti par farci prendere dallo sconforto più cupo.

Vere e finte, è chi detiene le tessere che decide chi emerge. Deve avere soprattutto una qualità: sapere dire di Sì, essere, come si dice oggi, uno "yesman".

Allora, oltre le idee per vivere meglio e far prosperare la nostra comunità, di cui certo abbiamo bisogno, suggeriamo ai nostri rinnovatori di accogliere i suggerimenti di padre Furno. Sarebbe già un punto di arrivo. La consapevolezza del peccato è prioritaria. La coscienza del male che si fa è l'unico traguardo da cui si può procedere per modificare leggi e prassi della politica, il metodo e la sostanza."

Pubblicato il: 28/06/2007

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