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Il Collettivo Il Manifesto ritorna sulla risposta di Maria Teresa Urbani

Spett. Redazione di Orvietosì, le chiediamo cortesemente di pubblicare  questa risposta alla lettera dell'ex presidente TeMa Maria Terasa 
Urbani.

Gentile dott.ssa Urbani,
abbiamo letto la sua risposta pubblicata su questa testata, e, 
risponderle ci permette di sviluppare alcuni punti espressi nel 
giornale del 26 maggio.

Riteniamo che abbia fatto bene a dettagliare il suo operato prendendo  le distanze dall'allegra finanza degli anni antecedenti la sua  presidenza. Vorrei precisare che la sua presidenza nell'insieme non è  stata criticata da noi, in quanto i debiti citati sono precedenti al  suo mandato e gli spettacoli dei Misasi sono stati caldeggiati da altre  sedi; scrive anche Lei che il Consiglio della TeMa ha deliberato di  impegnarsi perché sia sempre cercata la qualità, ossia per scrollare il  peso della politica dal Mancinelli.
Ma il ruolo della stampa, anche nel piccolo come un giornale murale, è  quello di richiamare, allertare in anticipo su movimenti sotterranei di  chi tenta di manovrare a spese di chi opera senza secondi fini, di chi  opera apertamente come ha dimostrato di fare Lei nei tre anni di  presidenza.
Alla luce del poi confermo però che proporre modifiche allo statuto al  termine del suo mandato sia stato un passo non in linea con la sua  presidenza. Dobbiamo altresì contestarle che non è sufficiente rendere  note le modifiche allo statuto con articoli sui giornali. I soci che  votano modifiche su cui occorre riflettere, dovrebbero essere informati  direttamente in anticipo, anche se le modifiche di cui si parla sono  del tutto condivisibili, come le abbiamo confermato poi formalmente.
Le modifiche allo statuto in quel momento sarebbero servite a chi pensa  che la cosa pubblica sia accaparramento di poltrone e panche. 
Altrimenti non si spiegano le nuove iscrizioni all'associazione TeMa  degli ultimi giorni, di chiara impronta politica delle correnti Ds. 
Nuovi voti per veicolare cosa? Non siamo al corrente di tutte le 
piccole trame e sgambetti all'interno dei partiti politici, però chi ne  sta fuori non vuole essere strumentalizzato da nessuno, né da 
funzionari né da politici.
In ambito politico, chi ha chiesto il rinvio delle modifiche è stato 
accusato di parteggiare per la corrente di Capoccia, e chi accettava di  votare le modifiche in quella sede di sostenere Cimicchi.
Perciò nel nostro giornale le accuse sono state rivolte ai politici 
locali, ma nella sua risposta si sovrappongono il consiglio della TeMa  con i politici e le lotte intestine dei DS, delle quali abbiamo portato  in superficie le mosse. E per non correre questo pericolo in futuro abbiamo proposto che non ci siano, oltre la presidenza, nomine  politiche.
È compito di una testata locale non far passare in silenzio attività 
sotterranee, e attraverso un linguaggio immediato portare alla luce  possibili trame politiche, nascoste tra finti terremoti di paese, e non  accusare privati cittadini nella loro attività. Sono due piani 
differenti che il collettivo de il manifesto da sempre non confonde.

Il collettivo de "il manifesto"
Con la cordialità di sempre


Pubblicato il: 31/05/2007

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