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L'ombra del codice penale sulla Palombella

Gli animalisti ipotizzano i maltrattamenti sugli animali richiamati dalla legge sull'argomento del 2004 e chiedono se la Regione abbia mai concesso le autorizzazioni per la festa come richiesto da quella legge. E Carlo Perali, di Assocommercio, richiama alla "barbarie" della macellazione islamica 

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ORVIETO - L'ombra del codice penale sulla Palombella. Sono gli "Animalisti italiani", alla vigila della festa, ad alzare il tiro della protesta: ipotizzano i maltrattamenti sugli animali richiamati dalla legge sull'argomento del 2004 e chiedono se la Regione abbia mai concesso le autorizzazioni per la festa come richiesto da quella legge stessa per le manifestazioni storiche e culturali, in cui sia previsto l'utilizzo di animali.

Il dubbio della Palombella "fuorilegge" avanza insieme alla protesta dell'associazione che per la giornata di domani ha, sì, ottenuto il permesso per manifestare in piazza, ma è completamente scontenta delle condizioni imposte dalla Questura.

Gli animalisti, infatti, saranno transennati davanti al museo Greco e non potranno utilizzare - grossa novità di quest'anno - né megafoni, né fischietti o qualsiasi altro strumento che possa far rumore. "Siamo praticamente ridotti all'invisibilità e al silenzio contrariamente a quanto dovrebbe essere consentito in un paese libero e democratico" contestano.

Ma nel mirino degli animalisti, come ogni anno, c'è anche al Chiesa, colpevole, secondo molte associazioni, di avallare l'uso della colomba viva. "Ci sembra veramente strano - fa notare l'associazione Una di Foligno - che la Chiesa cattolica, che da sempre promuove il diritto alla vita per gli esseri umani, neghi la possibilità alle altre creature di godere dello stesso beneficio. E' un atteggiamento specista che non nobilita l'immagine spirituale e pacifica che una terra come l'Umbria, che ha dato i natali a grandi personaggi tra i quali San Francesco e Aldo Capitini, ha da sempre rappresentato.

La realtà è che la nostra regione - constatano amaramente da Una - vanta il maggior numero di cacciatori in Italia ed è patria della norcineria". Come se non bastasse ad inasprire la polemica con gli animalisti ci pensa, infine, anche Carlo Perali del sindacato cittadino Assocommercio. "Accetteremo il confronto con costoro - vuol dire Perali - solamente quando riusciranno ad impedire il rito del sacrificio islamico in Italia, che è una macellazione degli animali a cielo aperto. Una barbarie che ci è dato di vedere sempre più spesso sull'intero territorio nazionale dove montoni e capretti vengono sgozzati con la testa verso la Mecca nell'inosservanza più completa delle leggi". Con questo Perali invita esplicitamente gli animalisti a "rivolgere altrove la loro protesta".

Pubblicato il: 26/05/2007

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