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Recuperata maxi refurtiva di rame

I carabinieri della compagnia di Orvieto domenica notte hanno sventato un furto, recuperando oltre una tonnellata del prezioso materiale

ORVIETO - Recuperata maxi refurtiva di rame.  I carabinieri della compagnia di Orvieto domenica notte hanno sventato un furto, l'ennesimo tentato nell'ultimo anno ai danni del deposito ferroviario di Orvieto scalo, recuperando oltre una tonnellata del prezioso materiale.

 

L'operazione messa a segno intorno alle 2 di notte è scaturita da un pattugliamento della zona durante il quale i militari hanno notato tre autovetture col portabagagli aperto.  In azione c'erano tra le sei e le sette persone che, nonostante la caccia all'uomo ingaggiata per l'intera notte attraverso una task force di carabinieri e polizia, sono riuscite a fuggire.  Su ogni vettura (le macchine sono poi risultate rubate nella Capitale) era stato caricato un quantitativo di rame pari a 400 chili, materiale che i carabinieri hanno interamente recuperato. Il deposito orvietano delle ferrovie nell'ultimo anno è finito ripetutamente nel mirino dei ladri.

 

A livello nazionale, solo nel 2006 i furti di rame hanno provocato alle ferrovie tra materiale, lavoro e rimborsi ai passeggeri oltre 10 milioni di euro di danni. E il fenomeno sta diventando sempre più preoccupante anche perché le quotazioni di questo metallo sono salite moltissimo. Oggi una tonnellata arriva a costare anche 8 mila euro. Il rame d'altronde - metallo di base utilizzato nell'edilizia, nei trasporti, nell'elettrotecnica e nell'industria - è considerato il miglior conduttore elettrico, dopo l'argento. Non solo: è resistente alla corrosione, robusto e flessibile e può essere riciclato al 100% senza perdere le sue capacità. Diventa quindi ambitissimo sul mercato clandestino dove un chilo di "oro rosso" può arrivare a costare fino a 10 euro e, comunque, non meno di 7. Il più ricercato a livello di qualità e purezza è il rame della Rete ferroviaria italiana (Rfi) che, pertanto, è anche il più rubato. Il traffico è in mano a vere e proprie organizzazioni gestite prevalentemente da cittadini extracomunitari, in particolare rumeni, che si sono "specializzate" nella sottrazione del cosiddetto "oro rosso" e nella sua lavorazione.

Pubblicato il: 15/05/2007

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