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Una croce deturpata da ripetitori ed erbacce

Sono anni ormai che la croce del Peglia versa in stato d'abbandono. Proposta di Roberto Gonnellini per operare un restyling

foto di copertina

SAN VENANZO - Una croce deturpata da ripetitori ed erbacce. Sono anni ormai che la croce del Peglia versa in stato d'abbandono: la piccola cappella adiacente al corpo che la sorregge non ha più il tetto e lungo le mura stanno crescendo erbacce.

L'idea di suggerire un "restyling" al luogo simbolo della montagna è venuto ad un attento lettore propenso anche a ripristinare un'antica tradizione ormai perduta. "Il 14 agosto - ricorda Roberto Gonnellini - in occasione della "Festa della montagna", con una candela in mano i fedeli andavano in processione dalla chiesa della Madonna della Neve, sulla statale 317, fino alla croce. Perché non rinnovare una tradizione antica?".

 

Di seguito il racconto di Roberto Gonnellini:

Nei primi del novecento Papa Leone XIII suggerì ed ottenne che fossero innalzate sulle cime più alte d'Italia  delle croci, per ricordare la presenza di Cristo sulla terra.

Fu così che nel 1901 ne fu elevata una imponente, in ferro battuto, sulla vetta del Monte Peglia.

La scelta non era stata casuale. Il Papa infatti conosceva bene la zona in quanto d'estate  era solito soggiornare spesso  nella località di S.Vito, ai piedi del monte,  per curare la sua anemia, bevendo da una fonte di acqua ferruginosa ancora oggi nota con il nome di "Acquaforte":  lo testimoniano due lapidi murate nell'edificio di fronte alla chiesa che lui stesso fece erigere nel paese.

Nel 1955 la croce, dovendo fare spazio alle antenne della RAI, fu spostata sul monte adiacente, sotto la guida del parroco di Ospedaletto Don Pio Basili, grazie ai mezzi messi a disposizione dall'Opera del Duomo di Orvieto.

La sua sagoma è ancora visibile, benché soffocata dalla selva di ripetitori radiotelevisivi e della telefonia mobile.

Una tradizione ormai perduta voleva che il 14 agosto, in occasione della "Festa della montagna",  con una candela in mano i fedeli , abitanti di Ospedaletto, ospiti dell'ex albergo CTG, ragazzi della vecchia colonia elioterapica, andassero in processione dalla chiesa della Madonna della Neve (sulla ss  317) fino alla croce.

Sono anni ormai che questo simbolo della montagna orvietana, ora proprietà della Regione Umbria,  versa in stato di abbandono : la piccola cappella  adiacente al corpo che la sorregge non ha più il tetto e lungo le mura stanno crescendo erbacce.

Perché non riportarla in vita, perché non rinnovare una tradizione antica? Visto che negli ultimi tempi non si fa altro che parlare di "memoria", ricordiamoci anche di questa croce che, come molte altre cose, meriterebbe un restyling..   

 

Pubblicato il: 27/04/2007

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