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I Comunisti italiani chiedono una Giunta secondo 'affinità e competenze'

Il partito di Giampietro Piccini interviene nella crisi e auspica un impegno concreto di tutta la maggioranza per affrontare i problemi della città

foto di copertina

Il segretario dei comunisti italiani Giampietro Piccini interviene finalmente nella crisi in cui versa l'Amministrazione comunale di Orvieto e riafferma la fiducia nella maggioranza che governa la città. I Comunisti italiani riconoscono che l'attuale condizione è determinata da "diatribe interne ai partiti, incomprensioni e talvolta i conflitti" e chiede un rinnovato impegno per spingere l'Amministrazione verso la concretezza.  "La Piave, la discarica, il Centro Studi, Orvieto patrimonio Unesco, la viabilità, l'ambiente etc. sono meri riferimenti se ad ognuno di essi non corrisponda un progetto chiaro e condiviso attuabile in tempi brevi in modo da poter recuperare i ritardi accumulati". Piccini richiama tutti ai problemi veri e alla partecipazione e auspica una nuova Giunta "rappresentativa proporzionalmente dei partiti di maggioranza, ma con una distribuzione delle deleghe secondo affinità e competenze."

Segue il documento integrale dei Comunisti italiani.

"Il silenzio dei Comunisti italiani sulle vicende politiche istituzionali interne all'Amministrazione comunale, che hanno raggiunto un punto di criticità e possibile rottura della coalizione di maggioranza che governa la città di Orvieto, potrebbe essere stato interpretato, da alcuni, come nessuna rilevanza e peso politico del P.d.C.I. nel determinare orientamenti e possibili prospettive che potessero permettere al Comune di imboccare i giusti percorsi per l'obiettivo, ancora possibile, di risanamento e stabilizzazione del bilancio in un'ottica di sviluppo della città ed il suo territorio.

A parere dei Comunisti italiani, più che le difficoltà di bilancio, a determinare la crisi sono state le diatribe interne ai partiti, le incomprensioni e talvolta i conflitti che giocoforza hanno avuto come cassa di risonanza la Giunta ed il Consiglio comunale.

Nella difficile situazione che si è determinata all'interno dell'Amministrazione, due atteggiamenti erano possibili:

L'uno, era uscire continuamente con comunicati stampa, dichiarazioni e distinguo di ogni sorta, che si giustificavano solo nell'esigenza di ricercare una verginità non più posseduta, senza preoccuparsi se ciò che veniva scritto e detto avrebbe avuto il solo effetto di infiammare le polveri ed aggravare la crisi.

L'altro, di lavorare politicamente e nella Istituzione cercando di conciliare le diversità e sensibilità politiche di ogni partito di maggioranza senza perdere di vista l'obiettivo prioritario ed essenziale per la città, ossia: l'unità della coalizione, prima di tutto e su tutto, anche a costo di perdere visibilità ed autonomia.

I Comunisti italiani questo hanno fatto: ossia hanno scelto il secondo atteggiamento convinti che era l'unico modo di dare un contributo per il superamento di una situazione che rischiava di avvitarsi su se stessa con un punto di ricaduta ad effetto "tornado" distruttivo e con cocci dispersi ovunque senza possibilità di una loro ricomposizione.

I fatti sono a dimostrare dove risiede la ragione!

Tuttavia lo scenario che abbiamo davanti non è dei più ottimistici, le fibrillazioni, a cui è stato sottoposto il Consiglio comunale ma soprattutto la Giunta, hanno generato lesioni insanabili nei rapporti interni all'amministrazione e con i partiti, riproducendo allo stato dei fatti una ridiscussione complessiva dell'assetto della Giunta municipale,  di una sua scomposizione e ricomposizione con la possibile nomina, a breve, di nuovi assessori.

Fin qui i fatti, ma ora?

I Comunisti italiani rinnovano il loro sostegno al patto di maggioranza nella convinzione che di questo tutti devono farsi responsabilmente carico affinché sia definitivamente cancellata ogni ipotesi di commissariamento del Comune, con tutto il negativo che comporterebbe per la città, affossando, forse in modo irreversibile, la qualità dei servizi, le manifestazioni che la distinguono, la cultura e tutte quelle iniziative che la rendono unica agli occhi del mondo.

E' chiaro che i Comunisti italiani, nel rispetto del mandato elettorale che hanno ricevuto, vogliono stare dentro il processo di risanamento-stabilizzazione del bilancio e di sviluppo da protagonisti, nel nome dell'unità, ma senza rinunciare alla propria autonomia politica convinti che sui piatti della bilancia le idee debbono contare quanto i numeri.

Le idee: per i Comunisti italiani parlare di stabilizzazione e di sviluppo non è sufficiente elencare ripetitivamente le cose da fare.

La Piave, la discarica, il Centro Studi, Orvieto patrimonio Unesco, la viabilità, l'ambiente etc. sono meri riferimenti se ad ognuno di essi non corrisponda un progetto chiaro e condiviso attuabile in tempi brevi in modo da poter recuperare i ritardi accumulati. Di qui, la nostra richiesta al Sindaco e alla coalizione di chiudere tempestivamente l'attuale fase e fin d'ora programmare un seminario di lavoro di tutte le forze politiche di maggioranza per mettere a punto la rinnovata azione di governo.

I Comunisti italiani ritengono che per il raggiungimento di questo obiettivo non sia di secondaria importanza la nuova composizione della Giunta, che certamente dovrà essere rappresentativa proporzionalmente dei partiti di maggioranza, ma con una distribuzione delle deleghe secondo affinità e competenze.

Ma se questo è, tutto si gioca nelle sedi dei partiti e del Palazzo Comunale?

Sarebbe questa una visione alquanto riduttiva che non porterebbe da nessuna parte se non ci si rendesse conto che il confronto con i cittadini e le loro organizzazioni è uno dei punti dirimenti per attuare una politica di buon governo e scelte condivise prodotte e realizzate attivando percorsi di autentica partecipazione.

Per i Comunisti italiani questo era e rimane elemento primario e vincolante di un programma nel quale si possano effettivamente riconoscere ed a questo principio si rifaranno comunque e sempre spendendosi affinché le grandi tematiche, prima del loro approdo in Consiglio comunale, siano state interessate da autentica partecipazione democratica".

 

Pubblicato il: 20/04/2007

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