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Come ti tutelo il paesaggio

È stata adottata una variante al Piano regolatore che specifica ulteriormente alcuni parametri da utilizzare nella trasformazione di parti del territorio orvietano, tra cui le pendici della rupe di Orvieto. Per evitare i danni del passato

Cronaca

Nei giorni scorsi è stata adottata a maggioranza una variante al Piano regolatore che specifica ulteriormente alcuni parametri da utilizzare nella trasformazione di parti del territorio orvietano, tra cui le pendici della rupe di Orvieto.
Questa zona "E3", così si chiama, comprende le pendici della Rupe, àmbito di alta qualità ed alto valore storico, archeologico, paesistico ed ambientale, caratterizzato dalla presenza di importanti reperti storici ed archeologici e pertanto area da preservare, tutelare e valorizzare. Numerose e complesse immagini panoramiche vanno salvaguardate e quindi sono previste norme più adeguate riguardo ad indici, destinazioni d'uso e categorie d'intervento, per evitare danni possibili ed irreparabili.

Il paesaggio che si coglie dall'Umbro-casentinese o dalla strada di Castel Viscardo o di Viceno è ancora straordinario, nonostante decenni di costruzioni disordinate e scriteriate. Ma anche negli ultimi anni, seppure la sensibilità ambientalista in senso lato sia cresciuta notevolmente, sono stati costruiti insediamenti che certamente inficiano il valore di alcuni nostri scorci paesaggistici. Il fabbricato Itelco, di per sé curato e di dignitosa architettura industriale, visto in prospettiva costituisce un elemento totalmente estraneo, quasi quanto la discarica delle Crete che si "gode" dalla rupe. I palazzi lungo il costone che dalla Segeria conduce a Sferracavallo hanno una preponderanza visiva straordinaria, a dimostrazione di quanto il concetto di 'impatto ambientale' fosse totalmente sconosciuto fino a pochi anni fa e di come sia facile, soltanto con un po' di leggerezza, rovinare senza rimedio un'immagine. Per evitare, speriamo, simili ulteriori danni, la variante approvata divide questa Zona E3, particolarmente "delicata" in tre ambiti:
· Le aree parco
· L'area ricompresa tra la strada provinciale per Bagnoregio ed il limite esterno del Parco archeologico e del Parco della Selciata
· La restante zona E3.
Nell'area del Parco archeologico della Rupe e del Parco della Selciata è possibile il 5% dell'ampliamento ed è ammissibile solo il recupero mantenendo le sagome esistenti degli annessi rurali con cambio di destinazione d'uso ai fini residenziali fino ad un massimo di 300 metri cubi. Nella zona E3 compresa tra la S.P. Bagnorese e il limite esterno dei parchi archeologico e della Selciata, fermo restando il limite massimo di 300 metri cubi previsto dalla L.R. 31/97, sono consentiti ampliamenti fino a un massimo di 180 metri cubi. Nella restante zona E3, infine, sono consentiti fino a un massimo di 300 metri cubi e le ristrutturazioni degli annessi rurali esistenti con cambio di destinazione d'uso fino a un massimo di 180 metri cubi.

In sostanza, viene così adottata una normativa che determina quanto è possibile fare ai piedi della Rupe, rispetto al nuovo concetto di "tutela attiva" del territorio che governa le scelte urbanistiche operate.

Pubblicato il: 22/05/2003

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