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'Non lavoriamo più tranquilli, c'è bisogno di sicurezza'

Della rabbia dei commercianti del centro storico si fa portavoce Carlo Carraro, l'ultimo rappresentante di una famiglia che da generazioni vende gastronomia tra il Corso e vicolo San Leonardo

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - "Non lavoriamo più tranquilli. C'è bisogno di più sicurezza nel centro storico perché gli episodi di microcriminalità che si stanno ripetendo assiduamente negli ultimi tempi non diventino la normalità. Orvieto questo non se lo può permettere". Della rabbia dei commercianti del centro storico si fa portavoce Carlo Carraro, l'ultimo rappresentante di una famiglia che da generazioni vende gastronomia tra il Corso e vicolo San Leonardo. La spinta arriva da un atto vandalico, l'ennesimo subito nell'arco dell'ultimo anno, nella notte tra sabato e domenica scorsa. Ignoti hanno preso a randellate la vetrina dello storico negozio, quella che si affaccia su vicolo San Leonardo, e poco c'è mancato che non la sfondassero.

L'episodio s'inquadra nel breve arco cronologico di un paio di mesi in cui il crocevia principale della città è stato teatro, nell'ordine, di una rapina in pieno giorno messa a segno da finti carabinieri presso una gioielleria, da tentate truffe da parte di falsi finanzieri e ancora, per restare a questi giorni, da un furto avvenuto sempre nelle ore diurne, nel giorno di Pasquetta in un negozio di abbigliamento. In quattro o cinque sarebbero entrati nel negozio "American style" e sarebbero usciti con indosso i vestiti nuovi. "Ovviamente" senza passare alla cassa. Per ultimi sono arrivati gli episodi dei soldi falsi che giravano in centro giovedì scorso, la rapina Coscioni e, infine, questo atto vandalico. Che non è il primo subito da "Carraro". "A settembre scorso - dice il signor Carlo - dopo averla cambiata due o tre volte, mi sono visto costretto anche a denunciare il danneggiamento di una luce esterna. Per non parlare del venerdì e del sabato sera quando la gente in stato d'ebbrezza crede di essere autorizzata a fare ciò che vuole sotto le abitazioni".

"Adesso basta, però, non ce la facciamo più - insiste - la situazione sta diventando pesante. E' ora che chi di dovere reagisca, perché Orvieto per dimensioni, qualità della vita e immagine, tutto questo non può e non deve permetterselo. Controlli incrociati, telecamere, non importa purché si restituisca sicurezza ai commercianti e ai cittadini. C'è bisogno di una reazione da parte delle forze dell'ordine, perché è vero che non dobbiamo farci giustizia da soli, ma neanche subire passivamente".

Chi minaccia di fare da sé, invece, è An. Il problema, stavolta, sempre per il centro storico è quello delle scritte sui muri. "Se non le pulisce il Comune, ci pensiamo noi" dicono gli esponenti del partito di Fini che protestano contro i murales che imbrattano il centro storico, ma anche contro l'amministrazione poco sollecita a ripulire i muri da scritte indecorose. "Siamo certi che l'amministrazione procederà in tal senso - dicono - siamo però altrettanto certi che, se in tempi brevi non dovesse essere ripristinato un decoro urbano degno della nostra città, saranno i militanti di An" a prendere, in sostanza, secchio e pennello. 

 

Pubblicato il: 17/04/2007

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