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Duemila euro alle mamme lavoratrici umbre

In pubblicazione il bando regionale. Coinvolte lavoratrici dipendenti, titolari di partita "Iva" o d'impresa e le socie lavoratrici di cooperative con reddito inferiore a 30mila euro

Conciliare figli e lavoro potrà essere meno gravoso per le donne umbre: con lo scopo di favorire interventi che consentiranno la permanenza delle donne nel mercato del lavoro  l'assessorato alle politiche attive del lavoro  e alla formazione della Regione Umbria ha previsto una serie d'iniziative che saranno finanziate con una cifra di circa 500 mila euro. 
La notizia della prossima pubblicazione di un Bando, inserito nell'ambito del "Programma operativo regionale Obiettivo 3 (2000- 2006) Misura E1" e che prevede nuovi interventi mirati alla conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa delle mamme, è stata data dall'assessore regionale, Maria Prodi, nel corso di una conferenza stampa.
 A partire dal primo giugno prossimo fino al 30 giugno 2008 prenderà il via la sperimentazione di "voucher" per l'accesso ai servizi socio educativi per la prima infanzia. In altri termini, le lavoratrici dipendenti, titolari di partita "Iva" o d'impresa e le socie lavoratrici di cooperative, con un reddito familiare annuo non superiore a 30 mila euro, potranno chiedere il rimborso di una parte delle spese sostenute per l'accesso dei propri figli agli asili nido ed a servizi integrativi di sostegno ai genitori.
 L'importo massimo del contributo è fissato per 2 mila 100 euro e potranno farne richiesta le donne con figli di età compresa tra 0 e 6 anni. Nel caso di nuclei familiari con più figli è possibile presentare più di una domanda. Le domande dovranno essere inviate tramite raccomandata al Servizio Politiche attive del Lavoro della Regione Umbria, (via Mario Angeloni 61, Perugia), entro e non oltre il primo giugno 2007. 
"I servizi per l'infanzia costano - ha detto l'assessore Prodi - e il peso di questa spesa ricade sui comuni e sulle famiglie, nel caso dei servizi pubblici, solo sui genitori per quelli privati. Per molte donne sostenere queste spese diventa un vero problema, ecco perché abbiamo deciso di introdurre questo Bando al quale potranno concorrere anche le donne che non hanno un lavoro continuativo".
Per Prodi l'intervento rappresenta "un segnale di forte attenzione per le mamme con figli di età compresa tra zero e sei anni che cercano un lavoro stabile o che hanno difficoltà a 'dividersi' tra la famiglia e l'attività lavorativa. In futuro - ha aggiunto l'assessore - dovranno essere adottati provvedimenti anche a sostegno delle giovani donne che decidono di affrontare una gravidanza  proprio mentre si affacciano nel mondo  del lavoro. Sotto questo punto di vista le donne sono molto più fragili degli uomini - ha concluso - Si dovranno prevedere ammortizzatori sociali per rendere meno 'azzardata' per una giovane la scelta di avere dei bambini".

Pubblicato il: 23/04/2007

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