Nella rotatoria di Segheria non si può sbagliare
A nessuno venga in mente di "addobbare" la nuova rotatoria di Segheria con un totem indiano
di Fausto Ermini
A nessuno venga in mente di "addobbare" la nuova rotatoria di Segheria con un totem indiano; o con qualche stravagante altro soggetto fuori contesto rispetto alla "porta storica" della città.
E' pertanto naturale immaginare un arredo urbano di quell'area collegato a "Rio Chiaro", al Miracolo di Bolsena e al Corpus Domini.
E' in ogni caso possibile immaginare simbologie più laiche e forse più largamente condivisibili; buono quindi anche un arredo urbano collegabile ai trasporti, al passaggio di mezzi, persone e idee vissuto per millenni proprio da quell'incrocio.
Mancando completamente l'ispirazione, è comunque lecito anche copiare.
In una rotatoria a Tarquinia è prevista un'eloquente coppa di bucchero che affiora dal terreno; una città etrusca come Orvieto (con ritrovamenti anche a Segheria) potrebbe ospitare simbologie affini con lo stesso messaggio immediato.
Un simbolo azzeccato potrà infatti suggerire storie, monumenti e specificità.
A costi forse limitati ai materiali (locali). Probabilmente plasmabili anche a "costo zero" da più di un artista lieto di legare il proprio nome ad una città conosciuta in tutto il mondo.
L'importante è non gravare il bilancio comunale di altre somme stratosferiche per vedere un surreale totem indiano con le mura merlate sullo sfondo.
Pubblicato il: 16/04/2007