Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Una spesa consapevole. Prodotti 'cruel-free' da mettere nel carrello

Acquistare prodotti che non siano frutto di maltrattamenti sugli animali, per non farsi complici di mostruosità rese legali solo dalla prepotenza umana

Cronaca

di Maria Flavia Timperi

Una pressoché assente informazione in materia, carenze legislative, complicati meccanismi di produzione e distribuzione, distorsioni ideologiche indotte da mass-media e pubblicità sono tra i fattori che non consentono al consumatore di riempire consapevolmente il carrello della spesa con prodotti non testati su animali.

Nei laboratori scientifici si sacrificano infatti ogni anno dai 300 ai 400 milioni di animali di tutti i tipi; il 30% degli esperimenti concerne in qualche modo la medicina, il restante 70% riguarda invece prodotti cosmetici, industriali o bellici: detersivi, colla, forni a microonde, vernici, ombretti e mascara, sigarette, aromi e coloranti artificiali, shampoo, gas di scarico, creme solari, gel per capelli, dentifrici, tinture per tessuti, additivi alimentari, schiume da barba, fertilizzanti, inchiostro, lucido per scarpeNon esiste praticamente nulla che non sia stato sperimentato su migliaia e migliaia di animali cosiddetti "da laboratorio", solo il 15% dei quali è così "fortunato" da godere della grazia dell'anestesia, a tutti gli altri è riservata spesso la pratica del taglio delle corde vocali, così da evitare di sentire il loro strazio.

Qualche esempio: per verificare la tossicità di schiume da barba, dentifrici, shampoo e lacche per capelli, dosi massicce dei componenti, o dei prodotti finali, vengono forzatamente introdotte nello stomaco degli animali "da laboratorio". Il test (Dose letale 50) ha termine quando il 50% delle cavie muore.

Creme per il viso, mascara, ombretti, liquidi per lenti corneali vengono invece testati inoculando i componenti, o i prodotti finali, negli occhi dei conigli che, essendo privi del canale lacrimale e quindi della possibilità di espellere parte del prodotto con le lacrime, sono particolarmente sensibili; ai conigli è inoltre bloccata la testa al di fuori della gabbia in cui sono rinchiusi, per impedire che cerchino sollievo strofinandosi contro le pareti della stessa. La tossicità viene valutata sulla base dell'infiammazione, dell'opacità, o della distruzione della cornea (test oculare di Draize).

Fondotinta, detergenti per il viso e prodotti solari vengono spalmati sulla pelle rasata di maialini, topi e conigli, poi asportata ed esaminata (Test cutaneo di Draize). A questo proposito fece scalpore , alcuni anni or sono, la denuncia della PETA contro L'Oréal (ed il suo marchio Lancòme) che sperimentava le sue creme solari arrostendo vivi dei topolini bianchi avvolti in carta stagnola.

L'immoralità della sperimentazione su animali per la ricerca cosmetica è stata riconosciuta e dal Parlamento Europeo e dal Governo Italiano che, nel 1993 hanno approvato una direttiva per la messa al bando di questi testMa l'interesse alla definizione di test alternativi, peraltro molto più attendibili, è scarso e gli esperimenti continuano, come prova l'ultimo decreto ministeriale della Sanità (6/7/2000) che ha nuovamente posticipato il termine ultimo per la cessazione degli stessi; senza contare la grave carenza legislativa in materia di trasparenza delle etichette la cui dicitura risulta spesso ingannevole (la formula "prodotto non testato su animali" ci dà garanzia sul prodotto finito ma non sugli ingredienti con cui è formulato).

Qualche nome? BAYER, BRISTOL- MYERS, COLGATE PALMOLIVE, GILLETTE, JOHNSON & JOHNSON, L'ORÉAL, NESTLÈ, MARS, HENKEL PROCTER & GAMBLE (marchi ACE, NELSEN, MAX FACTOR, PANTENE, DASH, PRINGLES), SHISEIDO, WELLA, NOVARTIS, UNILEVER (marchi ALGIDA, CALVE', I COLONIALI, DOVE) sono alcune aziende o holding che effettuano sperimentazioni su animali.

Garantiscono invece di non eseguire, né commissionare test su animali per ingredienti, semilavorati o prodotti finiti: BEIERSDORF (marchi NIVEA, LABELLO, LA PRAIRE), CLARINS, ESTEÉ LAUDER, HELAN, L'ERBOLARIO, LAKSHMI, PEDRINI COSMETICI, WELEDA.

G.B. Shaw scriveva: "Le atrocità non sono meno atrocità quando avvengono nei laboratori e sono chiamate ricerca."Buona spesa

Maria Flavia Timperi

Pubblicato il: 22/05/2003

Torna alle notizie...