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Il Comune sull'orlo della crisi

Rischia di causare l'effetto domino la revoca dell'assessore Frellicca. Mocio, dal canto suo, sembra non temere gli scossoni, forte dei numeri in consiglio comunale. A dagitarsi anche i vertici regionali del centrodestra

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di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Rischia di causare l'effetto domino la revoca dell'assessore Frellicca, il Comune sull'orlo della crisi. Il vicesindaco Carpinelli e l'assessore Urbani non si sono limitati ieri ad esprimere solidarietà nei confronti dell'ex collega, ma hanno voluto apertamente confermare che la presa di posizione dell'assessore al ramo sul bilancio (necessità di maggiore partecipazione e richiesta di proroga all'approvazione) era stata con loro "concordata ed era dettata dalla necessità di tutelare il sindaco e la giunta da azioni che si sono rivelate - ribadiscono con un esplicito giudizio negativo sulla manovra - amministrativamente incongruenti".

 

Il che equivale a dire a dire. Dimissioni? "Siamo pronti". Ma Carpinelli e Urbani sono andati ben oltre. "Ci risulta non condivisibile  - affermano - la decisione rivolta ad un unico assessore, azione questa di cui non si comprende il punto di caduta politico e amministrativo. Avendo condiviso la linea dell'assessore Frellicca in commissione bilancio, ci riteniamo noi stessi in discussione e ci riserviamo di assumere le decisioni conseguenti che riterremo più opportune sotto il profilo politico e amministrativo".

 

Insomma: o dimissionati o dimissionari. E forse quest'ultima tra le due è la soluzione più probabile. Mocio, dal canto suo, sembra non temere gli scossoni, forte dei numeri in consiglio comunale. Ma ritrovarsi con l'esecutivo dimezzato, di certo un problema politico lo pone. Senza contare che alla finestra c'è ancora Rifondazione che proprio domani dovrà incontrare il primo cittadino. Intanto dai Ds arriva la presa d'atto della decisione di Mocio con relativo ringraziamento a Frellicca per l'operato di questi anni e l'auspicio rivolto a Carpinelli e Urbani che si ravvedano (si parla di "riserve") "con l'obiettivo di restituire alla città la certezza di un esecutivo pienamente funzionante".

 

 Intanto il consiglio comunale previsto per oggi è slittato alla prossima settimana, ufficialmente per l'impegno del sindaco a Terni con l'Ato rifiuti. Ma, nel frattempo, c'è già chi affonda il coltello e parla apertamente di crisi.

 

A muoversi sono stati i livelli regionali del centro destra. Enrico Melasecche (Udc) non batte ciglio e chiede le elezioni al più presto per il bene della città. "Le dichiarazioni del vicesindaco e dell'assessore certificano l'esistenza di una crisi politica non episodica ma strutturale. L'Udc - dice Melasecche - chiede alle forze più moderate della maggioranza di comportarsi in modo responsabile, aprendo formalmente la crisi e consentendo nuove elezioni entro poco tempo". "Mocio - aggiunge con tono sarcastico - potrà così ritornare in Australia, libero dalle incresciose preoccupazioni della politica locale. Non è del resto con una giunta comunale in agonia, incapace di assumere qualsiasi decisione, che si può fare il bene di Orvieto". Nota congiunta per i consiglieri regionali Alfredo De Sio (An) e Raffaele Nevi (Fi) che assegnano ad Orvieto il triste primato di "capofila del malgoverno nella provincia ternana".  "La maggioranza che guida il Comune di Orvieto è allo sbando - tuonano -. L'allontanamento dalla giunta dell'assessore al Bilancio è soltanto l'ultimo atto di una coalizione che da tre anni naviga totalmente a vista, senza un progetto preciso, senza un'idea di sviluppo della città". "L'unico atto di cui sono stati capaci - osservano - è stato quello di azzerrare il cda di Risorse per Orvieto, senza mettere in piedi un'alternativa. Ma il vero "capolavoro" del sindaco è di questi giorni, mettendo in piedi una manovra finanziaria che ha come unico filo conduttore l'aumento sfrenato delle tasse. Fregandosene - infieriscono - delle associazioni di categoria, dei sindacati, dei gruppi imprenditoriali e non tenendo conto nemmeno delle indicazioni di alcuni suoi assessori, tra cui il responsabile del Bilancio. Anzi il sindaco, contagiato oramai dai metodi stalinisti della sinistra, ha pensato bene di allontanarlo dalla giunta. Un atto che dimostra ancora una volta come il sindaco Dl sia completamente ostaggio delle logiche correntizie dei Ds". "Per non continuare ancora a cadere nel ridicolo, - concludono - suggeriamo al sindaco Mocio di trarre le conclusioni del caso e farsi da parte".

 

Pubblicato il: 04/04/2007

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