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15 anni di Campo del Guardiano, l'Orvieto che sfida il tempo

Lunedì scorso a Roma, degustate dodici sorprendenti annate

foto di copertina

Si preannunciava come uno di quegli eventi destinati a stupire. E così è stato.  Degustando  quindici anni di Campo del Guardiano, l'Orvieto classico firmato Palazzone, il pregiudizio che vuole l'Orvieto vino da bere giovane, ha dovuto cedere il passo di fronte all'evidenza di una verticale  mozza fiato. Nell'arco temporale che va dal 1989 al 2003 sono state proposte dodici diverse annate ad operatori e giornalisti che ne hanno potuto sperimentare le molteplici espressioni. Procanico, verdello, grechetto, malvasia e drupeggio hanno dato vita a bottiglie capaci non solo di vivere nel tempo, ma soprattutto in grado di acquisire sfaccettature inaspettate, di sviluppare personalità nette e complesse.  Così, dai terreni distesi sulle dolci colline di Rocca Ripesena, tra i 220 e i 360 metri sul livello del mare, dove i suoli sono composti da argille di origine sedimentaria proviene quella prima annata prodotta nel 1989 e che dopo diciotto anni mantiene un'acidità inaspettata e meraviglia con note di crosta di pane e miele.  Da allora la strada percorsa ha condotto a sempre nuove conferme delle potenzialità di questo vino, delle sue uve e delle sue terre. Dal 1990, ancora giovane e pieno di promesse per il futuro, passando attraverso annate tutte diverse, come l'austero 1999, il superbo e vivissimo 2001, si è giunti al 2003, ancora giovanissimo. A chi avrà la pazienza di aspettare regalerà di certo emozioni difficile da prevedere.

Pubblicato il: 30/03/2007

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