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La fatica di essere Città Slow

Un contributo alla consapevolezza che debbono avere i cittadini slow della loro fortuna e dei loro doveri. Città Slow è un bel progetto su cui c'è molto da lavorare. Un "aiutino" a concittadini ed amministratori per rinfrescare le idee

foto di copertina

di Dante Freddi

Il sindaco di Francavilla a Mare e il sindaco di Orvieto sono in Australia per accogliere tra le città slow nuovi soci, che hanno presentato domanda e robusta documentazione sul loro rispetto per  le regole stabilite dallo statuto dell’associazione.

In questa opera di diffusione, sia chiaro a spese degli sponsor Pasta De Cecco e Banca del Trasimeno-orvietano, i nostri ambasciatori portano nel  continente australe valori che vale la pena anche a noi di rinfrescare.
Questa idea della Città Slow ci piace molto e vorremmo che si realizzasse. E perché non ci caccino per “inadempienze contrattuali” invitiamo gli amministratori a leggersi questo riassuntino e a "visualizzare" le immagini che evocano concetti come paesaggio, raccolta differenziata, ospitalità, arredo urbano, traffico, urbanistica…

Abbiamo estrapolato i caratteri essenziali di noi cittadini slow, i nostri, così come dovremmo essere, così come appaiono nel sito dell’associazione, che vi invitiamo a visitare.

"I comuni (quindi i cittadini e gli amministratori n.d.r.) che aderiscono a Città Slow sono:
”animati da individui “curiosi del tempo ritrovato”, dove l’uomo è ancora protagonista del lento, benefico succedersi delle stagioni;
rispettosi della salute dei cittadini, della genuinità dei prodotti e della buona cucina;
ricchi di affascinanti tradizioni artigiane, di preziose opere d’arte, di piazze, di teatri, di botteghe, di caffè, di ristoranti, luoghi dello spirito e paesaggi incontaminati;
caratterizzati della spontaneità dei riti religiosi, dal rispetto delle tradizioni, dalla gioia di un lento e quieto vivere”.
Questo, si legge nel sito dell’associazione, sono i presupposti. E noi orvietani e dell’Orvietano, almeno in parte, li abbiamo. In quanto a lentezza e amore per la buona cucina e a preziose opere d’arte, ci siamo certamente, ma per il resto c’è da discuterne. Anzi, poiché la consapevolezza della nostra fortuna di vivere in ambienti slow è componente che le città si impegnano a diffondere tra i propri cittadini, vogliamo contribuire a diffonderle e tra qualche giorno a discuterne".

“Le Città Slow sottoscrivono una serie di impegni il cui rispetto sarà verificato periodicamente ed in maniera omogenea in tutte le città che aderiranno, in qualsiasi paese in tutti i continenti.

Le Città Slow sono quelle nelle quali:
- si attua una politica ambientale tendente a mantenere e sviluppare le caratteristiche del territorio e del tessuto urbano, valorizzando in primo luogo le tecniche del recupero e del riuso
- si attua una politica delle infrastrutture che sia funzionale alla valorizzazione del territorio, e non alla sua occupazione
- si promuove un uso delle tecnologie orientato a migliorare la qualità dell’ambiente e del tessuto urbano
- si incentivano la produzione e l’uso di prodotti alimentari ottenuti con tecniche naturali e compatibili con l’ambiente, con l’esclusione dei prodotti transgenici, provvedendo, ove sia necessario, alla istituzione di presidi per la salvaguardia e lo sviluppo delle produzioni tipiche in difficoltà
- si salvaguardano le produzioni autoctone che hanno radici nella cultura e nelle tradizioni e che contribuiscano alla tipizzazione del territorio, mantenendone i luoghi e i modi, promuovendo occasioni e spazi privilegiati per il contatto diretto tra consumatori e produttori di qualità
- si promuove la qualità della ospitalità come momento di reale collegamento con la comunità e con le sue specificità, rimuovendo gli ostacoli fisici e culturali che possono pregiudicare l’utilizzazione piena e diffusa delle risorse della città
- si promuove tra tutti i cittadini, e non solo tra gli operatori, la consapevolezza di vivere in una Città Slow, con una particolare attenzione al mondo dei giovani e della scuola, attraverso l’introduzione sistematica della educazione al gusto.

Le Città che aderiranno al movimento si impegnano:
- a diffondere le iniziative delle Città Slow e a rendere note le iniziative adottate per raggiungere gli obiettivi del movimento
- ad applicare, nel rispetto delle specificità locali, le scelte condivise dalle Città Slow e a favorirne la verifica da parte degli incaricati del movimento con i parametri che saranno concordati per la valutazione dei risultati delle iniziative
- a contribuire, in ragione delle proprie disponibilità, alle iniziative di interesse generale che saranno concordate e al coordinamento del movimento.
Le Città avranno la facoltà:
- di associare alla propria immagine il logo del movimento fregiandosi del titolo di Città Slow
- di concedere l’uso del logo a tutte le iniziative e alle attività, pubbliche e private, che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi del movimento
- di partecipare alle iniziative che saranno condotte all’interno del movimento, utilizzandone, con le modalità che saranno concordate, modelli e strutture.
L’attività del movimento sarà diretta da assemblee annuali, che decideranno:
- gli obiettivi dell’anno e le linee di lavoro, i parametri di valutazione e le strutture necessarie a misurarli
- le iniziative di interesse generale ed il budget necessario, ivi compreso quello per le attività di coordinamento
- la formazione di un Comitato di coordinamento delle attività che comprenderà i rappresentanti di Slow Food e delle Città promotrici ed un numero di rappresentanti delle altre Città, assicurando la rappresentanza di ogni Paese
Le Assemblee annuali, da tenersi ogni volta in una Città diversa, saranno l’occasione per un dibattito, anche tecnico e scientifico, sui problemi della qualità della vita nelle città e per la redazione di un rapporto sulle Città Slow.
Orvieto, 15 ottobre 1999

"Buon vivere" significa disporre di soluzioni e servizi che permettono ai cittadini di fruire in modo facile, semplice e godibile della propria città.

Per realizzare questa "utopia" i Sindaci di alcuni Comuni italiani hanno deciso di inserire all¹interno di sei categorie l¹insieme dei requisiti ritenuti indispensabili per diventare Cittaslow:

- Politica Ambientale
- Politica Infrastrutturale
- Tecnologie per Qualità Urbana
- Valorizzazione delle produzioni autoctone
- Ospitalità
- Consapevolezza
I requisiti di eccellenza
Alcuni di tali requisiti sono già patrimonio di queste città e potranno essere ulteriormente tutelati e valorizzati, mentre molti altri, compatibilmente con le caratteristiche urbanistiche e pedoclimatiche del territorio, potranno essere introdotti ispirandosi ad applicazioni già in essere o sperimentate in altre realtà.

Partecipare al Movimento delle Cittaslow significa per gli Amministratori impegnarsi a rispettare nel tempo i requisiti di qualificazione.

Una volta ottenuta la qualificazione, tale impegno che viene formalizzato e reso pubblico assume una valenza contrattuale che si traduce nel consenso e nel rispetto dei cittadini per i propri amministratori.”

 

 

Pubblicato il: 15/03/2007

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