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Ancora truffe agli anziani. Attenzione

Persone che si fingono amici o lontanti parenti, se non addetti di assicurazioni o enti pubblici, tentano di alleggerire il portafogli ad anziani fiduciosi  

ORVIETO - Ancora truffe agli anziani. Sono di nuovo scatenate, in questi giorni, su tutto il territorio provinciale, le persone che si fingono amici o lontanti parenti, se non addetti di assicurazioni o enti pubblici, per alleggerire il portafogli ad anziani fiduciosi.  

 

Altri due casi si sono registati nei giorni passati nell'Orvietano. Si è trattato in un caso di un'anziana settantenne di Ciconia avvicinata da una donna lungo via dei Tigli, nei pressi della propria abitazione.  La scusa stavolta è stata quella dei soldi da cambiare.  Con questo pretesto l'anziana, dopo un lungo tergiversare, ha consegnato alla sconosciuta qualche centininaio di euro. Rendendosi conto soltanto dopo dell'imprudenza e che quei soldi non le sarebbero mai rientrati nelle tasche.

 

E' andata bene invece ad un arzillo 80enne di Allerona che, non solo ha afferrato al volo quello che stava per accadere, ma ha pensato anche di lanciarsi all'inseguimento del suo aspirante truffatore. L'anziano è stato "agganciato" in località Le Prese, anche lui come l'anziana di Ciconia nei pressi della propria abitazione, da un signore distinto: giacca e cravatta, aspetto impeccabile. Credibile, insomma, nel ruolo di sedicente assicuratore. E appunto, in qualità di assicuratore ha chiesto all'anziano la cifra di 300 euro per una presunta polizza stipulata dal nipote.

 

L'anziano però ha "sentito puzza di bruciato" e ha rifiutato di consegnare i soldi. A quel punto il falso assicuratore è risalito in macchina e ha finito per essere inseguito dall'ottantenne che, non sopportando l'affronto, si è messo al volante nel tentativo di raggiungerlo. Recentemente "professionisti" del settore avevano mietuto vittime nell'Orvietano con la scusa del gioiello da ritirare per conto del figlio o del genero e prima ancora c'erano stati diversi furti, anche tra Narni e Amelia, con il pretesto della vendita di immagini di padre Pio. Le scuse, comunque in genere, si ripetono abbastanza fedelmente e per questo non sono impossibili da individuare.

Pubblicato il: 14/03/2007

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