Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Nuovo Piano faunistico venatorio regionale

Preadottato dalla Giunta regionale. Le aree prospicienti i nuclei abitati di maggiori dimensioni e le principale vie e strade di comunicazione saranno inserite tra le aree protette

La Giunta regionale dell'Umbria, su proposta dell'assessore all'ambiente Lamberto Bottini, ha preadottato il nuovo Piano faunistico venatorio regionale.
La valutazione dell'area agro silvo pastorale (asp), calcolata dall'Osservatorio faunistico sulla base di immagini aeree, risulta assai più precisa di quella compiuta nel Piano precedente risalente al 1996 (il secondo nella storia della Regione Umbria, dopo quello dell'83). Le norme nazionali (157) e regionali (14/94) prescrivono che si debba destinare a protezione una quota di territorio non inferiore al 20%o dell'asp, che, in riferimento alla stessa asp, il territorio cacciabile sia comunque non inferiore al 60% e che le aziende venatorie e i centri privati di riproduzione non occupino più del 13.
Le aree prospicienti i nuclei abitati di maggiori dimensioni e le principale vie e strade di comunicazione saranno inserite tra le aree protette, dalle quali saranno invece escluse le fasce di rispetto dell'edificato minore o isolato e di strade secondarie che verranno calcolate ai soli fini del mantenimento della percentuale del 60per cento di territorio cacciabile.
Le foreste demaniali potranno essere utilizzate ai fini faunistico venatori, previa regolamentazione delle province. Nel nuovo pfvr sono indicati, in modo più preciso e dettagliato rispetto al passato, i criteri costitutivi e gestionali delle zone di ripopolamento e cattura, affidate alle province. E' prevista la certificazione di qualità per gli allevamenti di selvaggina per i quali si stabiliscono metodologie di allevamento qualitativamente più restrittive. La Carta delle vocazioni faunistiche stabilirà i criteri per la individuazione degli ambiti di protezione di specie di fauna autoctona di particolare tutela e interesse e per il riequilibrio degli squilibri faunistici.

E' affermato il principio del legame tra squadre di cinghialisti e territorio.
Ai cacciatori sono affidati gli interventi per la gestione della specie, ivi compresa, se necessaria, la compartecipazione alle spese per i risarcimenti. Al Piano è allegato lo "Status delle conoscenze sulla fauna selvatica omeoterma in Umbria", compendio di studi e ricerche compiuti in questi anni dall'Osservatorio o da istituti universitari.
"Il Piano - ha detto l'assessore Bottini - reca un'impronta più scientifica che, insieme all'equilibrio politico che lo anima, consentirà, spero, la formazione di un vasto consenso in grado di evitare conflitti e controversie tra il mondo venatorio e quello dell'ambientalismo. Tutta l'esperienza della Regione dell'Umbria dimostra che una pratica sapiente ed equilibrata della caccia non entra in conflitto con la tutela e la valorizzazione dell'ambiente. Sul Piano - ha proseguito l'assessore - si apre ora la fase partecipativa nella quale siamo pronti a raccogliere suggerimenti e proposte in vista della definitiva approvazione".

Pubblicato il: 14/03/2007

Torna alle notizie...