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La Te.Ma. produzioni allarga il giro

Pirovano, che produce i suoi spettadcoli al Mancinelli, recita Fo alla Cabot University in inglese

Colpo gobbo dell’Associazione TeMa, che è riuscita a piazzare uno spettacolo recitato da Mario Pirovano alla John Cabot University di Roma.

Johan Padan a la Descoverta de le Americhe di Dario Fo è stato tradotto in inglese e interpretato dall’attore padano già nel 1999 su sollecitazione di Franca Rame per la regia dello stesso Fo.

Ora, martedì 13 marzo alle ore 15.45, in via della Lungara 233, a Trastevere, gli studenti stranieri residenti nella capitale potranno godersi il monologo del Premio Nobel Dario Fo nella loro lingua con le intuizioni  e i ritmi di Pirovano.

La TeMa collabora alla produzione e distribuzione degli spettacoli di Mario Pirovano, che è in grado di riproporre il non facile slang padano reinventato da Fo sia in lingua inglese che in quella spagnola. Pirovano è da poco ritornato da una tournée in Venezuela dove ha proposto, con esiti molto positivi, Lu Santo Jullare Francesco.

L’attore lavora dal 1983 con la Compagnia Fo-Rame e dal 1991 porta in scena testi di Fo con crescente perizia tanto da far affermare al suo maestro: “Per anni è stato ad ascoltare le mie esibizioni, ha seguito le lezioni e le dimostrazioni che davo ai giovani attori. Alla fine ha assimilato come un’idrovora tutti i trucchi e la ‘sapienza’ del mestiere al punto da poter arrivare ad esibirsi da solo con grande successo”. 

“La TeMa Produzioni – commenta la presidente dell’associazione TeMa, Teresa Manuela Urbani - sta promuovendo le interpretazioni di Pirovano, che ha già ‘esportato’ in Argentina, Australia, Hong Kong, Canada, Stati Uniti, Francia, Venezuela i monologhi tratti da Fo, conscia della qualità degli spettacoli che propone e della possibilità di sviluppo del quantitativo repliche in prospettiva futura. Non si esclude, infatti, la possibilità che il Mancinelli diventi un teatro di produzione ad iniziativa privata riconosciuta dal Ministero competente, operazione che contribuirebbe al rilancio di un fulcro culturale di Orvieto che si segnala anche a livelli internazionali”. 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 12/03/2007

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