Presentazione del libro 'Il fuorigioco gli sta antipatico' di Luciano Bianciardi

Sabato 10 marzo alle 17,30, presso la sala consiliare del Comune, presentazione del libro "Il fuorigioco gli sta antipatico" di Luciano Bianciardi.

Con il patrocinio del Comune di Orvieto, sabato 10 marzo alle 17,30, presso la sala consiliare del Comune, presentazione del libro "Il fuorigioco gli sta antipatico" di Luciano Bianciardi, Ed. Stampa Alternativa - Nuovi Equilibri, ovvero il calcio, i politici, gli intellettuali, l'Italia tra il boom e gli anni di piombo nelle risposte ai lettori del "Guerin Sportivo". Alla presentazione interverranno Massimo Frellicca, assessore allo sport, Ettore Bianciardi, curatore del volume, Marcello Baraghini,  direttore editoriale e Antonello Ricci, scrittore.

1970. A maggio il Cagliari di Gigi Riva e Manlio Scopigno aveva regalato all'Isola il loro primo (e a tutt'oggi unico) scudetto. A luglio, invece, in Messico l'Italietta di Ferruccio Valcareggi e della staffetta Rivera-Mazzola si giocava in finale la coppa Rimet con il Brasile di Pelé. Il 6 di luglio sulla terza pagina del Guerin Sportivo, Luciano Bianciardi pubblicava "Il secondo Risorgimento del cavalier Facchetti" ovvero "che cosa sarebbe accaduto se l'Italia avesse vinto i mondiali", intrigante e stralunato (forse profetico) 'scherzetto' letterario sull'inatteso secondo posto italiano al Mundial.

Lo scrittore maremmano inaugurava così, con la stessa dissacrante, agrodolce ironia di sempre, la sua collaborazione con il prestigioso settimanale sportivo. Ultima rubrica della sua tormentata carriera: entrambe infatti si sarebbero interrotte nel novembre dell'anno dopo con la morte di Bianciardi.

Oggi scrivere di sport è quasi un vezzo da salotto per molti scrittori e intellettuali nostrani, ma allora sebbene al timone del Guerino sedesse uno smagato e lungimirante Gianni Brera (che seppe coinvolgere a lungo varie altre firme illustri della letteratura e del giornalismo italiano del momento), a quel tempo letterati e intellettuali del Belpaese non amavano sporcarsi troppo le mani a scrivere di calcio e più in generale di sport.  Bianciardi invece sì, e senza incertezze. D'altronde già dalla metà degli anni '60 il romanziere di Grosseto aveva tenuto una rubrica di critica televisiva sulle colonne di un altro settimanale popolare.

Per quasi un anno e mezzo Bianciardi dialogò, settimana dopo settimana, coi lettori del Guerin Sportivo, parlando di Giacomo Agostini, Klaus Di Biasi, Gustavo Thoeni.  Ma anche di divorzio, di compromesso storico, di scuola pubblica e RaiTv. Di Dante e Cassola, di Risorgimento, di classe operaia, di Hitler e Mussolini, di Stalin, delle foibe, dell'Italia delle regioni e dei nostri inguaribili campanilismi. Con argomenti di sorprendente lucidità e attualità. In un confronto serrato con gente che lo adorava ma anche lo strapazzava, contestandogli giudizi cerchiobottisti.

E più lui sparava a zero su tutto, più loro diventavano esigenti. Bianciardi dimostrava così come un'arena all'apparenza minore e una scrittura di basso profilo potessero trasformarsi in uno straordinario osservatorio sulle derive politiche e del costume della società italiana in uno dei passaggi più difficili e controversi della sua travagliata storia.

Dopo quasi quarant'anni Ettore Bianciardi, figlio maggiore dell'autore de La vita agra, ha pazientemente raccolto quella corrispondenza giornalistica in un volume edito per i tipi della casa editrice Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri: Luciano Bianciardi, Il fuorigioco mi sta antipatico corredato da una puntuale introduzione firmata dallo stesso Ettore (dal titolo provocatorio: "Riaprire il fuoco"). Il libro già disponibile in libreria verrà presentato sabato ad Orvieto e domenica 11 marzo anche a Viterbo, presso la Libreria dei Salici (via Cairoli 35) a partire dalle ore 17,30.

L'iniziativa è realizzata in collaborazione con la rivista on-line atlantidemagazine.