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Tagliati quattro milioni di spese superflue. Inquietante buonsenso

E' inquietante sapere che ieri sono stati spesi quattro milioni su iniziative che oggi non sono necessarie. Se ne esce soltanto se si ragiona senza preclusioni su nuove entrate, caserma e discarica

foto di copertina

di Dante Freddi

L'Amministrazione comunale orvietana ha compiuto tagli alle spese per circa 4 milioni di euro rispetto allo scorso anno.

Ha tagliato manifestazioni minori e costose, ha risparmiato sulle spese generali ma ha anche annunciato aumentati di Irpef, Tosap e Ici sugli immobili ad uso di attività commerciali, artigianali e industriali: sono azioni che possono contribuire alla stabilizzazione del bilancio, ma che ledono pesantemente gli interessi dei cittadini, privati e imprenditori.
Questi sembrano i fatti nella ridda di notizie che trapelano sempre meno timidamente. Milione più o meno, il concetto è il medesimo.

Mi pongo alcune domande, quelle che tutti si rivolgono e per cui purtroppo non ho risposte credibili da rigirare ai lettori.

Tagliare oltre 4 milioni significa che nel bilancio precedente coprivano spese ora non più necessarie?e che spese superflue sono state tagliate?che cosa ci mancherà?

Finalmente si è operato per fermare una débacle finanziaria determinata dalla fine del reddito proveniente dalla discarica e alla perpetuazione nel 2005 e 2006 di un tenore di vita sopra le righe, ma lo sviluppo con quali risorse sarà finanziato?

Lo sviluppo culturale degli orvietani, e di riflesso degli abitanti del territorio, di quali risorse potrà disporre? e quello turistico?e le infrastrutture?e gli anziani?

 

Sono tempi difficili quelli in cui bisogna tagliare spese ed aumentare le tasse per mantenere un minimo di decoro, tempi in cui ci vuole coraggio e tentare anche altre possibilità, come quella di incrementare le entrate con le idee ed il lavoro, al di là delle tasse e dei trasferimenti.

Le risorse che possono produrre reddito sono la ex caserma Piave e la discarica "Le crete".

La prima è lì in attesa di destinazione da oltre tre anni e avrebbe già potuto produrre richhezza consistente.  
Il sindaco ha comunicato che ha maturato una sua idea e a giorni sapremo quanto potrà rendere in forme dirette ed indirette quel bene. Quanto cioè sarà il reddito proveniente dall'immobile e quanto per ICI e varie. E poi quante risorse potranno venire alla città per le attività che vi si svolgeranno.
La caserma è una carta vitale per Orvieto e per stabilizzare le entrate di bilancio. Lì ci si gioca una variabile determinante per definire la qualità della nostra vita futura.

 

Discarica "Le crete".

Parlare di ripensarne il ruolo è culturalmente scorretto e non crea simpatie, ma correremo il rischio.

La mondezza puzza e soltanto l'idea di ricavare risorse dalle Crete, per quanto oggi possibile, fa drizzare i capelli non soltanto a Gianni Cardinali, oppositore storico e coerente, ma anche a politici e cittadini ben più disponibili nel passato, convinti allora che "pecunia non olet".
Forse è avvenuta un'evoluzione simil-ambientalista o forse soltanto un appiattimento su ragionamenti più di moda e più semplici. Ed è più semplice dire no alla discarica che tentare di riflettere su metodi di sfruttamento e di gestione, ragionamenti che appartengono ad una cultura attenta all'ambiente e propositiva. Anche nelle città del buon vivere si producono rifiuti e la capacità degli amministratori si dovrebbe esercitare nel prenderne atto e nel trovare soluzioni adeguate, anzi avanzate, capaci di trasformare il problema in un'occasione positiva.

Un fatto è certo. Il tenore di vita "di una volta" ce lo potevamo permettere perché c'era la discarica e il reddito che può derivare dall'impatto ambientale non basta.
E' su queste due possibilità che si può immaginare un bilancio che guarda lontano ed una conseguente programmazione che non releghi la città alla dimensione di un paesetto.
E questo è il rischio.

Pubblicato il: 05/03/2007

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