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Coordinamento mozione Fassino. Il partito democratico sarà nel PSE

I diessini della mozione Fassino intervengono per puntualizzare un aspetto del dibattito in corso

I diessini della mozione Fassino intervengono per puntualizzare un aspetto del dibattito in corso: l'adesione del futuro partito democratico al gruppo PSE.

Segue la nota diffusa dal coordinemento della mozione Fassino.


"Domenica 25 febbraio c'è stata la presentazione della mozione Fassino alla casa del popolo di Ciconia e come "personaggio" non orvietano è intervenuto l'onorevole Gianni Pittella, presidente della Delegazione italiana nel gruppo PSE al Parlamento europeo.

Basterebbe questo fatto a far riflettere coloro che predicano sciagura e, ingiustamente oltre che ingiustificatamente, additano il Partito Democratico come quel soggetto politico che, tra le altre deplorevoli azioni, farebbe uscire il partito dal Gruppo dei Socialisti Europei.

Esprimiamo il concetto prima in modo sommario ed elementare, secondo un sillogismo ineccepibile: tutti i partiti riformisti e progressisti d'Europa sono uniti nel PSE; il Partito Democratico sarà un partito riformista e progressista; il Partito Democratico sarà unito nel PSE e contribuirà alla crescita dello stesso aprendolo ad un più ampio campo di forze progressiste. Questo in estrema sintesi e come affermazione. Detto ciò possiamo procedere con una argomentazione più acuta e per farlo ci affidiamo alle parole del nostro segretario Nazionale, Piero Fassino:

"Dobbiamo agire insieme alle forze riformiste esistenti in Europa per costruire un più ampio campo progressista, un centrosinistra europeo.

Per farlo è ineludibile un rapporto con la famiglia socialista: e non per una adesione ideologica, ma perché è quella oggi la famiglia riformista presente in tutti i paesi dell'Unione, con partiti di vasta rappresentatività elettorale e politica e di consolidata esperienza di governo.

Non sto dicendo che in Europa non vi siano partiti riformisti di altra ispirazione culturale. Dico che in ogni caso la possibilità di costruire un campo di centrosinistra europeo non può avvenire a prescindere dalla famiglia socialista. Anzi, ne richiede il suo pieno e attivo coinvolgimento.

Anche perché i partiti socialisti e socialdemocratici di oggi non sono più quelli della II Internazionale, ma sono grandi forze di centrosinistra. È noto come Tony Blair abbia "aperto" il Labour a valori liberaldemocratici.

Gonzales prima e Zapatero poi rappresentano un socialismo spagnolo innovato dai valori della modernità. L'Spd tedesca, la socialdemocrazia scandinava, austriaca o olandese, hanno rinnovato coraggiosamente il modello di welfare misurandosi con le nuove sfide della flessibilità del lavoro, della mobilità sociale, dell'ambiente, della vita.

Mitterand rifondò il Partito socialista in Francia unificando repubblicani, socialisti, cristiano-sociali e radicali. E si può facilmente constatare che oggi dentro i partiti socialisti si ritrova lo stesso pluralismo culturale che caratterizza l'Ulivo.

Dopodiché è evidente che il Partito Democratico ha una sua specifica e peculiare identità di partito riformista plurale. Anzi, è proprio in virtù di questa originalità che il Pd italiano può offrire un contributo determinante alla costruzione - insieme ai socialisti - di un campo europeo di forze progressiste più ampio.

E a chi ci sollecita a guardare di più ai Democratici Usa, ricordo che gli stessi socialisti europei si pongono da tempo l'obiettivo di un rapporto strutturato con il Partito democratico americano, così come da tempo la famiglia socialista si è aperta a partiti di ogni continente che non vengono dalla esperienza storica della socialdemocrazia.". 

Pubblicato il: 04/03/2007

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