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Un defibrillatore anche a Porano. Azzurra Iemmeci Orvieto "cardioprotetta'. Un'occasione per parlare di cuore

Il team orvietano professionista nel basket e nella lotta all'arresto cardiaco

foto di copertina

di Monica Riccio

Azzurra Iemmeci, team orvietano militante nel Campionato Italiano di Basket Femminile Serie B d'Eccellenza Girone C, è uno dei pochi esempi in Italia, forse l'unico, di squadra "cardioprotetta".

Le atlete, lo staff tecnico, i dirigenti, i collaboratori, sono tutti laici rianimatori di primo soccorso e, testimonial, gara dopo gara, nel mondo dello sport, del proprio impegno concreto nella lotta all'arresto cardiaco.

Il progetto "Orvieto Cittàcardioprotetta", nasce nel 2006 da una idea del dr. Giampiero Giordano, presidente della "Associazione Amici del Cuore di Orvieto" con l'obiettivo di formare quanti più cittadini possibile come laici rianimatori di primo soccorso in grado di sconfiggere l'arresto cardiaco. In una prima fase si è svolta una campagna di sensibilizzazione a ogni livello, convegni, incontri, manifesti, un sito web (www.cittacardioprotetta.org), per far conoscere alla città le potenzialità indiscusse di un trattamento precoce in presenza di arresto cardiaco. Si è passati poi alla istituzione di corsi per laici rianimatori che hanno avuto un discreto successo sia nella città di Orvieto che in alcuni comuni limitrofi, dove la campagna di sensibilizzazione ha prodotto centinaia di volontari formati nel progetto. Ultima fase l'installazione di alcuni "totem" destinati alla custodia dei defibrillatori portatili nei comuni di Orvieto (due postazioni nel centro storico), Allerona (tre postazioni), CastelViscardo (una postazione) e da sabato 24 febbraio, Porano con il defibrillatore consegnato al team Azzurra Iemmeci dalla "Associazione Amici del Cuore di Orvieto" alla presenza del sindaco dott. Enrico Brugnoli che ha aderito al progetto fin dai primi passi della iniziativa. Azzurra Iemmeci si è fatta carico di diffondere il progetto presso le squadre avversarie come testimone di come si possa combattere l'arresto cardiaco nello sport e nella vita. Il team orvietano ha fatto propria la consapevolezza che si può fare qualcosa, dopo tante tragedie avvenute nello sport, episodi che magari avrebbero potuto avere un epilogo diverso se trattati tempestivamente. Il dr. Giordano nella giornata della consegna del defibrillatore al team Iemmeci, ha ricordato e posto l'accento proprio sulla tempestività dell'intervento su una persona che cade a terra colpita da arresto cardiaco.

"Intervenire ed essere in grado di portare efficace assistenza nei primi 5-10 minuti dall'evento, è l'unico metodo che può consegnare un paziente ancora in vita agli operatori sanitari. Un tempo più lungo non serve a nulla e la morte è pressoché certa. Un laico rianimatore può fare la differenza, il suo intervento può salvare una vita. Azzurra Iemmeci ha capito l'importanza di questo progetto e ne diffonde la cultura. Non a caso la percentuale dei laici formati nell'ambito del progetto vede il 66% di donne."

Il DS Azzurra, Paolo Egidi, che si occupa della diffusione del progetto presso le dirigenze dei team con cui di volta in volta la Iemmeci gioca, ha spiegato il perché proprio nello sport e dallo sport può arrivare la mossa vincente contro l'arresto cardiaco: "nella lotta contro l'arresto cardiaco la cosa più importante e fondamentale è la rapidità. Nello sport il tempo è vissuto diversamente dalla vita normale in cui dire "5-10 minuti" è un nulla. Nello sport 3 minuti sono un tempo lunghissimo, si corrono 1400 metri in 3 minuti, 180 volte i 100 metri, 300 metri nel nuoto, nel basket si giocano 7 azioni. Nel basket 3 minuti di gioco possono ribaltare risultati che sembravano persi, noi del basket crediamo nelle sfide difficili, siamo abituati a cambiare rapidamente il nostro modo di giocare, prendiamo il controllo della situazione con freddezza e lucidità. Tutte queste sono le doti di un laico rianimatore. In 3 minuti possiamo davvero cambiare le sorti di una persona in arresto cardiaco. Non c'è tempo da perdere, ogni secondo che passa abbassa le possibilità di recupero del soggetto colpito senza che si possa fare più nulla per lui. La rapidità di intervento è l'unica mossa vincente. E noi di Azzurra Iemmeci siamo pronti, abbiamo imparato a difenderci dall'arresto cardiaco, abbiamo imparato ad usare un defibrillatore con la speranza di non doverlo usare mai. Credo che lottare per vincere la partita della vita, siano dei modi migliori per nobilitare la grande passione per lo sport che ci accomuna, mi piace essere provocatorio ed affermo " se invece dei tornelli agli ingressi, le telecamere, i biglietti nominativi e quanto altro viene in mente per fermare la violenza, facessimo entrare negli stadi o nei palazzetti non gli abbonati ma, solo i laici rianimatori di primo soccorso. La provocazione è grande, basterebbe però devolvere il solo incasso di una giornata di calcio e di qualsiasi atro sport professionistico per coprire tutte le spese ed avere dei tifosi uniti da un ideale quello di dare il massimo per la vita; la mia sicuramente è un'utopia ma, intanto noi da piccolo che siamo ci proviamo e ci proveremo sempre invitando i nostri tifosi non solo a sostenerci ma a diventare laici rianimatori di primo soccorso entrando a far parte di una squadra sicuramente vincente che lotta sino alla fine per la vittoria più bella."

Il Sindaco di Porano, dott. Enrico Brugnoli, ha ringraziato la squadra per il proprio impegno nella lotta all'arresto cardiaco.

"Ho aderito subito a questo importante progetto. Nel comune di Porano sono stati fatti dei corsi per la formazioni di laici rianimatori di primo soccorso e spero se ne faranno altri, invito i miei concittadini a capirne la fondamentale importanza e a partecipare ai corsi. Salvare una vita è assolutamente una cosa in cui non possiamo tirarci indietro. Credo che tutti quanti debbano sapere quanto è importante salvare una vita o semplicemente portare assistenza ad una persona malata, troppo spesso, specie nelle grandi città, si assiste ad una incredibile indifferenza verso chi soffre e questo dobbiamo vincerlo. Ed è proprio attraverso il concetto di laico rianimatore che possiamo lavorare, sulla figura di una persona qualunque che corre per salvare una vita umana intervenendo nei primissimi minuti di un evento negativo che può portare alla morte. Ecco io credo che se tutti, se sempre più persone capiranno questa cosa, si assisterà sempre meno a violenza e si potrà davvero fare qualcosa di costruttivo."

L'attività degli "Amici del Cuore" prosegue senza sosta nella divulgazione del progetto e nell'organizzazione di corsi per volontari tenuti da personale specializzato che potranno formare tanti e tanti laici ancora perché nessuno sa né il posto né l'ora ed essere pronti è l'unica arma che ci può far sperare di abbassare i danni di un eventuale attacco. E' questo l'obiettivo del progetto, è questo il fine per cui tutti, in Azzurra Iemmeci, hanno aderito all'iniziativa che sta ormai viaggiando sulle pagine di quotidiani, di periodici, di siti specializzati, di portali sportivi come quello della Lega Basket femminile Italiana che ha dato ampio risalto all'evento di sabato 24 febbraio, dove si celebra un team primo in classifica in campionato ma ancora più importante primo in classifica nella solidarietà e nell'impegno contro un avversario quasi invincibile, la morte.
Il grande impegno sta tutto nello sfruttare al meglio il "quasi". Un laico rianimatore ce la può fare.

 

Nella foto un momento del discorso del sindaco di Porano dott. Enrico Brugnoli, sullo sfondo le ragazze del team Iemmeci, i dirigenti Roberto Perali e Paolo Egidi, il dott. Giampiero Giordano, Marcello Mencarelli e Silvano Maggi per gli "Amici del Cuore di Orvieto".

Pubblicato il: 26/02/2007

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