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Natura morta in un fosso. La violenza quotidiana al Mancinelli


Domenica 25 febbraio alle 17. Lo spettacolo non è truce, bensì godibile, fruibile anche con una relativa leggerezza

Delirante violenza che ci riempie le giornate. "I giornali ci sguazzano. I politici ci vincono le elezioni (votate per me e io vi ripulisco la città da qualsivoglia pericolo)", ci ricorda la regista di  Natura morta in un fosso Serena Sinigaglia. Il Teatro Mancinelli di Orvieto accentua l'offerta di drammaturgia contemporanea, dopo aver presentato Migliore di Mattia Torre con Valerio Mastandrea e Romeo & Giulietta di Leo Muscato, dando il giusto rilievo a Fausto Paravidino, vero talento dell'ultima generazione. La misteriosa ragazza morta ammazzata di cui si parla in Natura morta in un fosso è bella, e nuda, riversa in uno squallido posto per morire, sul ciglio della strada. In scena uno dei migliori attori giovani, Fausto Russo Alesi, vincitore del Premio Ubu come migliore attore under 30, che l'attento pubblico di Orvieto conosce per averlo applaudito ne Il Grigio di Giorgio Gaber esattamente due anni fa. La sua autorità scenica è ampiamente riconosciuta e Paravidino gli ha quasi confezionato addosso un testo importante, di quelli che si ricordano nel tempo. E' uno squarcio di ordinaria follia che si fa largo tra gli spettatori, ignari e complici. La vergogna dei parenti, lo sgomento delle vittime, la paura dei testimoni, un mix di frequenti elementi che ci popolano la vita, anche quella raccontata, dai giornali, i telegiornali, le chiacchiere della gente che incontriamo. Forse è vero che il mondo è diviso in vittime e carnefici. Al Mancinelli, domenica 25 febbraio alle ore 17 ne sapremo di più, sulla categoria alla quale apparteniamo, anche in senso figurato. Ma lo spettacolo non è truce, bensì godibile, fruibile anche con una relativa leggerezza.

Per ulteriori informazioni si può contattare il botteghino del teatro (Tel. 0763/340493) oppure visitare il sito www.teatromancinelli.it

 

Pubblicato il: 21/02/2007

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