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Alto orvietano. Una guardia medica normale.

Il responsabile del Centro di salute di Fabro, Gianfranco Frate,:«Il nostro è un servizio sanitario nella norma. Non è vero, come alcuni giornali hanno scritto, che la guardia medica sia a pezzi. Che vengano a controllare.»

Cronaca

di Alessandro Quami

«La Guardia Medica di Fabro non è a pezzi». Sono queste le parole del direttore generale della Azienda sanitaria locale di Orvieto Marco Aurelio LombardelliAlle quali fanno eco le precisazioni del direttore sanitario della Asl Gianni Giovannini: «L’autovettura che a marzo 2002 non era più funzionante (a causa di un incendio, ndr) è stata prontamente sostituita. Se i medici di Fabro non stanno comodi nella Renault 4 possono utilizzare le loro automobili e saranno rimborsati sia delle spese per il carburante che del logorio del proprio mezzo».

Ma facciamo un passo indietro.

Nelle cronache locali di ieri (20 dicembre) un quotidiano riportava una notizia dal titolo «Guardia medica a pezzi».

Ci si riferiva alle condizioni in cui dovevano, secondo il giornale, operare i dottori del servizio sanitario di Fabro che, si legge nell’articolo, «è costretto ad andare avanti con enormi difficoltà ed i medici hanno a disposizione per i loro spostamenti solo una vecchissima Renault 4». Subito ci è saltata all’occhio la notizia, sensibilizzati forse dalle disastrate, queste sì, condizioni finanziarie della Sanità a livello nazionale. Ecco che abbiamo voluto approfondire la questione ed abbiamo interpellato i chiamati in causa: il direttore generale e il direttore sanitario della Asl di Orvieto, Lombardelli e Giovannini, nonché il responsabile del Centro di Salute di Fabro Gianfranco FrateI primi due hanno spiegato che la situazione non è peggiore rispetto a quella di altri servizi; inoltre hanno detto di attendere un’automobile (nuova) che sostituisca la Renault 4 «di riserva»: «L’arrivo è subordinato ai tempi della burocrazia - hanno puntualizzato Lombardelli e Giovannini -, ma noi che possiamo farci…».

Sulla stessa lunghezza d’onda Frate per cui «l’unico appunto che posso formulare nei confronti della direzione generale (della Asl di Orvieto, ndr) è di tergiversare un po’ troppo di fronte alle nostre richieste». Per il responsabile del Centro di salute di Fabro, che ha sotto la sua responsabilità anche parte dell’organizzazione della Guardia medica, «un articolo del genere non fa altro che gettare benzina sul fuoco delle polemiche nei confronti della Sanità», discreditando una gestione che non sarà la migliore possibile ma che non ha messo a ferro e fuoco nessun servizio riferito alla salute dei cittadini.

Quindi, a parte le lentezze della macchina amministrativa pubblica, non sembra esserci nulla di disastroso nell’organizzazione della Guardia medica di Fabro e dell’Alto orvietano. Forse ci sarebbe qualcosa da rivedere nell’organizzazione e nella gestione delle pagine di cronaca locale di qualche quotidiano. Per non parlare del modo di impostare gli articoli di qualche redattore, più propenso ai colpi ad effetto che alla sostanza.

Non vogliamo fare la morale a nessuno, ma quando si opera nel campo dell’informazione ci sono delle responsabilità precise da rispettare. Come si dovrebbero rispettare le sensibilità di lettori e cittadini di fronte a temi delicati e coinvolgenti come la salute. Il compito di un giornalista è anche e soprattutto questo.

Pubblicato il: 21/12/2002

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