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Antenne. Il regolamento c'è, ma il permesso non lo chiede nessuno

Nessuno controlla visto l'evidente proliferare - documentato in questi giorni dal nostro giornale -  di "padelle" in bella vista su tetti e terrazzi

foto di copertina

 

ORVIETO - Parabole nel centro storico, il regolamento comunale vuole che siano autorizzate ma i permessi non li chiede nessuno.  E, a quanto pare, nessuno controlla visto l'evidente proliferare - documentato in questi giorni dal giornale -  di "padelle" in bella vista su tetti e terrazzi.  Insomma, nessuna richiesta di autorizzazione ma anche nessuna verifica, e in città è un'autentica jugla.

 

La materia, eppure, è ampiamente regolamentata.  A partire dal regolamento edilizio che, com'è d'altro canto naturale per una rupe sottoposta vincolo esteso, prevede che "eventuali pannelli solari, esalatori, antenne paraboliche, o altre parti di

impianti quali sia necessaria l'esposizione per garantire il funzionamento debbano essere rifinite e inserite in modo conveniente nel disegno architettonico dell'edificio".  

 

Ma la questione è ancor meglio esplicitata nel documento guida che contiene la dichiarazione di indirizzi della commissione per la qualità architettonica del paesaggio.  Anche qui si fa riferimento "all'obiettivo di armonizzare con il contesto circostante (l'intervento in questione, ndr) avendo cura di alleviare l'impatto ambientale dell'opera progettata".  Ma si afferma anche esplicitamente che per "l'istallazione di antenne e ripetitori sarà comunque richiesta la presentazione di un elaborato grafico che consenta la lettura a largo raggio dell'intervento con il contesto circostante".  Quanti di questi "elaborati grafici" sono stati presentati in Comune? Praticamente nessuno. 

 

 

 

La questione è affrontata anche dal recente regolamento per l'arredo urbano che riprende e specifica meglio il regolamento edilizio.   Si impone, in sostanza, la collocazione di antenne della radio, della televisione e della telefonia mobile "esclusivamente sulle coperture e preferibilmente sulla falda tergale o comunque su falde non prospicienti la pubblica via".  Sulla copertura di ogni edificio è ammessa inoltre "l'installazione di una sola antenna televisiva per ricezioni di tipo tradizionale, o parabole e impianti satellitari, con sistema centralizzato".

 

Insomma le regole ci sono, quello che manca, a quanto pare, è l'attenzione da parte del privato cittadino e il controllo da parte della pubblica amministrazione.  Che, invece, per stessa ammissione dell'assessore all'Urbanistica, Desideri, a fronte anche di numerosi esposti presentati presso gli uffici tecnici del Comune -. cosa che non si è verificata per le antenne paraboliche - è pronto a dare battaglia ad un'altra bruttura.  Quella degli impianti di refrigerazione a vista sulle facciate degli edifici.  Argomento anche questo regolamentato ma dove esiste un ampio abusivismo non tanto nel centro storico quanto sul territorio.  Gli impianti di refrigerazione negli edifici privati stanno diventando sempre di più, ma è bene sapere che sono assolutamente vietati sulle facciate delle abitazioni. Sanare queste situazioni dovrebbe rappresentare una priorità per una città come Orvieto, capitale internazionale delle Cittàslow, che fonda la propria identità sulla conservazione della propria storia, sul buon vivere e che aspira addirittura al riconoscimento Unesco di "patrimonio dell'umanità".

Pubblicato il: 12/02/2007

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