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Oggi è il 'Giorno del ricordo'

Stefano Mocio ricorda il massacro degli italiani operato dai comunisti titini nel 1945. "Favorire il recupero della coscienza storica, agire ed educare le attuali e le future generazioni"

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Stefano Mocio ricorda il massacro degli italiani operato dai comunisti titini nel 1945. Per "Favorire il recupero della coscienza storica, agire ed educare le attuali e le future generazioni", come dice il sindaco, bisogna anche dire dei titini "comunisti", senza sentimenti di vendetta, ma con voglia di giustizia, perché soltanto la storia vera educa contro la barbarie.
Il termine "comunista" è un aggettivo necessario per definire gli autori e l'deologia ispirattrice di quei massacri. Se a qualcuno dà fastidio, se irrita qualche sensibilità, ancor più bisogna affermare i valori proposti dal"Giorno del Ricordo".

Il "Giorno del ricordo" è stato istituito con legge nazionale del 30 marzo 2004 per ripensare - ogni 10 febbraio - le vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale. Il sindaco Stefano Mocio a nome dell'Amministrazione comunale rinnova alla comunità locale quella tragedia della storia al fine di conservare e rinnovarne la memoria.

"E´ doveroso esecrare tutti i massacri, ogni tragedia ha il suo contesto storico e una data simbolo. La lotta di liberazione e la vendetta titina non si possono confondere ma è dovere di tutti noi - dice il sindaco, Stefano Mocio - favorire il recupero della coscienza storica, agire ed educare le attuali e le future generazioni perché la violenza è un nemico reale che si manifesta in ogni tempo, laddove, soprattutto, viene meno la memoria storica, la democrazia e la libertà dei popoli".

"Una legge dello Stato a partire dal 2005 riabilita quella dolorosa vicenda umana che anticipò il concetto barbaro della pulizia etnica - aggiunge il sindaco - e che invita a ricordare, a colmare e produrre iniziative culturali ed educative che, favoriscano il recupero del ritardo storico e dell'ignoranza generale che si è prodotta su simili vicende. Nelle foibe - le voragini rocciose a forma di imbuto rovesciato, create dall'erosione di corsi d'acqua - nei quaranta giorni dell'occupazione jugoslava di Trieste, Gorizia e dell'Istria, da aprile fino a metà giugno '45, quando gli anglo-americani rientrarono a Trieste occupata dalle milizie di Tito che obbedirono all'ordine di 'Epurare subito', morirono tra i 10 e i 15 mila italiani, ma le stime non sono ancora precise. Furono esecuzioni sommarie, deportazioni, processi farsa fino all'infoibamento di persone che volevano restare italiani e che si opponevano all'espansionismo del maresciallo Tito nella Trieste e nell'Istria occupata dopo la fine della Seconda guerra. La pulizia etnica titina non risparmiò né gli antifascisti né i partigiani del Comitato di Liberazione Nazionale. Ai drammi del confine orientale si aggiunse per molti anni ancora durante la Guerra fredda, il silenzio su quelle vittime e la negazione di quella storia e della Storia".

"All'interno del costituendo 'Parco della Memoria' progetto al quale l'Amministrazione Comunale sta lavorando - conclude il Sindaco - troveranno definitiva collocazione i segni e le testimonianze di tanti tristi accadimenti storici, uno dei quali sarà proprio il ricordo del dramma delle Foibe".

 

                   

Pubblicato il: 10/02/2007

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