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Brutte immagini di Orvieto

Ripetitori dei telefonioni e parabole impazzano, fin nei campnanili delle chiese importanti.  Non solo insegnistica e segnaletica, c'è bisogno anche di guardare più in alto

foto di copertina

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Ripetitori e parabole a vista, ruderi e antenne che deturpano il volto medioevale della Rupe.  E' anche questo il paesaggio che la città del Duomo offre al turista.   Al visitatore, ma anche al cittadino attento,  che alzi il naso all'insù non possono sfuggire i gioielli storici e artistici, ma non sfuggono di certo neanche le brutture di cui è costellata la città e - cosa tanto più grave - il quartiere medioevale.  

 

Spiccano per bruttezza e visibilità i ripetitori per la telefonia mobile istallati in bella mostra sulla duecentesca chiesa di San Francesco o quelli - altrettanto evidenti e indecorosi - sulla sommità della torre medioevale dei Pollidori in via loggia dei Mercanti.  

Ma a fare due passi per le viuzze del quartiere medioevale, come non restare rapiti dall'accavallarsi a perdita d'occhio di tetti e comignoli?  

 

Ebbene, in questo caso il paesaggio è puntellato da parabole che, evidentemente, mal si sposano con la storia antica evocata dal tufo e dai mattoni della Rupe. Basta provare ad affacciarsi su via Ranieri, nel quartiere di San Giovanni, dove almeno tre parabole danno nell'occhio in rapida sequenza.  

Per non parlare dei ruderi abbandonati che si affacciano su piazze storiche. Uno per tutti il bagno inizio secolo con annesso terrazzino, finiture in lamiera arrugginita, che da anni si affaccia direttamente su piazza Duomo.  Insomma tanti gli obbrobri sulla Rupe.  E per molti di questi, forse, sarebbe opportuno che la pubblica amministrazione intervenisse con regolamenti e norme più rigide.  Per se stessa e anche per i privati. Insomma, non solo insegnistica e segnaletica (regolamenti nuovi a cui il Comune sta lavorando), c'è bisogno anche di guardare più in alto.

Pubblicato il: 09/02/2007

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