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Riforma endoregionale. Niente ATO e ATI

L'Amminisrazione provinciale ha predisposto gli atti per la partecipazione sulla riforma regionale. Il rupolo di comuni, province e conferenza dei sindaci 

Riunione, stamane, in Provincia, alla quale hanno partecipato tra gli altri il Presidente dell'Ente, Andrea Cavicchioli, e l'Assessore alle "Riforme istituzionali", Fabio Paparelli, per

L'Amministrazione rpvincial sta predisponendo gli atti per la partecipazione stabilita dal Consiglio regionale sulla riforma endoregionale, che si terrà a Palazzo Gazzoli la mattina del 23 febbraio prossimo, con la presenza della 1^ Commissione consiliare della Regione.

"L'Amministrazione provinciale  -precisano Cavicchioli e Paparelli-  sosterrà  principi della semplificazione e razionalizzazione del sistema amministrativo e della unicità della funzione.
In questo contesto  -proseguono i due rappresentanti della Giunta di Palazzo Bazzani-  il riparto delle competenze va attuato in linea tendenziale esclusivamente dagli Enti elettivi.
Ai comuni vanno attribuiti i compiti amministrativi relativi alle funzioni fondamentali ed ai bisogni primari della collettività e che incidono direttamente sulla vita dei cittadini.
Alle province deve essere conferita la competenza esclusiva di compiti e funzioni di area vasta, eliminando altri enti che si occupano di materie in questo settore ed attribuendo alla conferenza dei sindaci, coordinata dal presidente della Provincia, un ruolo specifico superando, in tal modo, gli attuali ATO ed i proposti ATI previsti dal disegno di legge regionale.
In questa ottica  -precisano Cavicchioli e Paparelli-  sarebbe opportuno ottimizzare il rapporto esistente tra estensione territoriale e popolazione residente e delineare un nuovo equilibrio tra le due province dell'Umbria, che tenga conto degli assetti socio-economici, infrastrutturali e delle opportunità per i servizi. La Regione, nel quadro della riforma, dovrebbe assumere esclusivamente funzioni di legislazione e programmazione generale, con l'attribuzione delle funzioni gestionali ai comuni, alle province ed alle comunità montane, diminuite nel numero e con un contorno meglio delineato, secondo le caratteristiche degli Enti e delle materie da attribuire. Questo quadro  -concludono Cavicchioli e Paparelli-  risponde in maniera puntuale al nuovo "Codice delle Autonomie Locali" previsto dal disegno di legge approvato recentemente dal Consiglio dei Ministri".

Pubblicato il: 12/02/2007

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