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Orvieto ricorda Emanuele Luzzati

Il 10 maggio 1997 la città gli aveva consegnato "le chiavi" della Città, prima volta nella storia del Comune

foto di copertina

Improvvisamente, nella sua casa di Genova è morto Emanuele Luzzati, pittore, ceramista, scenografo, costumista, scrittore e illustratore, tra i più importanti della nostra epoca. Il Sindaco, mentre si unisce al lutto del mondo della cultura contemporanea per la perdita di uno tra i più geniali astri di tante arti, esprime il cordoglio della Città di Orvieto, colpita nelle sue stesse viscere. Orvieto ha voluto che Luzzati fosse suo cittadino e il 10 maggio 1997 gli ha di fatto concesso ad honorem "le chiavi" della Città, prima volta nella storia del Comune. I testi della pubblicazione Orvieto per Luzzati, realizzata per l'occasione, sono tratti da interviste che lo stesso Luzzati ha rilasciato al giornalista Carmine De Luca e vanno a comporre uno degli  affreschi più vivi e più belli che dell'artista siano stati dati. Il 27 gennaio del 1996, il Teatro della Tosse di Genova, ribattezzato Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse, rappresentò Pinocchio al Teatro Mancinelli di Orvieto: testo originale di Collodi, regia di Tonino Conte, musiche di Nicola Piovani, scene e costumi di Emanuele Luzzati. Allo spettacolo seguì un incontro pubblico con gli autori coordinato dallo scomparso Carmine De Luca, studioso e critico giornalistico da sempre appassionato dell'opera di Luzzati e subito pronto a intuire la saldatura possibile, in azioni creative e idealità profonda, tra il nome di Luzzati a quello della nostra stupenda cittadina. Emanuele Luzzati può di fatto essere annoverato tra i geni creativi che da Signorelli in su hanno raccontato vita, storia e storie, attraverso l'arte della "rappresentazione"  e dell'immagine. Lele Luzzati ha anche messo la sua creatività a servizio dell'infanzia, fatto teatro per i ragazzi, scritto per loro  e illustrato alcuni tra i più bei libri della storia della letteratura italiana di autori come Boccaccio, Collodi, Italo Calvino e Gianni Rodari. La proposta di conferire la cittadinanza onoraria di Orvieto a Lele, così lo chiamavano affettuosamente amici e collaboratori, fu accolta dall'Amministrazione che affidò la cura dell'iniziativa a Maria Luisa Salvadori,  direttrice della Biblioteca comunale già legata a Emanuele Luzzati da sentimenti di autentica amicizia. Anche a lei Luzzati ha riservato l'onore di un importante servizio-intervista pubblicato in una rivista specialistica a tiratura nazionale. Nel 1998 il Museo di arte etrusca di Orvieto ha istituito una sezione dedicata ai ragazzi, la cui segnaletica è illustrata da Emanuele Luzzati, che non mancava mai di sottolineare la sua speciale dedizione alle forme dell' "arte applicata". Nel 1999, sempre su proposta di Maria Luisa Salvadori, il Comune di Orvieto ha "adottato"  la Trilogia rossiniana, film di animazione che si compone di tre cortometraggi d'arte - La gazza Ladra, L'Italiana in Algeri e Pulcinella -  realizzati da Giulio Gianini e Emanuele Luzzati su musiche di Gioacchino Rossini. L'adozione, come previsto dalla campagna Restaura e adotta un film allora promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, consisteva nel contribuire al salvataggio di film d'importanza storica minacciati dall'usura del tempo. La Trilogia è stata presentata a Orvieto il 27 marzo 1999, in prima nazionale dopo il restauro. Con quell' iniziativa-evento,  Orvieto - "città di adozione" di Emanuele Luzzati -  si è ancor più significativamente legata a Lele e alla stessa Genova che gli ha dato i natali. Il Comune di Genova ha infatti contribuito al restauro del Flauto magico, l'altro grande film di animazione firmato  Gianini-Luzzati su musiche di Mozart. Con lo stesso spirito di vicinanza in idealità e affetti, il sindaco di Orvieto Stefano Mocio si unisce ora al sindaco di Genova, Giuseppe Pericu, e ai concittadini tutti, nel vivo e sentito cordoglio per la scomparsa del Grande Lele. E' in programma un'iniziativa del Comune di Orvieto in onore dell'artista, che sarà realizzata in collaborazione con la Biblioteca "Luigi Fumi".

 

 

Pubblicato il: 31/01/2007

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