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Mocio.'Io non mi stresso per tanto poco...continuo a lavorare per Orvieto'.
Lettera aperta a Dante Freddi

Il sindaco Mocio interviene dopo una settimana di articoli apparsi su diversi giornali a proposito della preseunta difficoltà per una sua seconda candidatura. E scrive "carissimo direttore"...

foto di copertina

di Stefano Mocio

Carissimo Direttore,

mi sembra doveroso intervenire in merito alle varie prese di posizione che si sono succedute in questi giorni sul futuro della città e su quello, molto meno importante, del sottoscritto.

Lo faccio per rispetto di Lei , dei suoi lettori e degli amici, nel senso letterale della parola, che sono intervenuti nel dibattito o hanno voluto testimoniarmi la loro vicinanza.

Chi mi frequenta conosce bene la mia avversione per ogni forma di sovraesposizione, da quella salottiera a quella mediatica.

Non amo gli atteggiamenti spavaldi,  preferisco il lavoro silenzioso e composto.

Anche in politica, al culto della personalità e al presenzialismo esasperato (facilmente esercitabile con questa legge elettorale), sento di rispondere con la promozione delle azioni condivise, della squadra, della coalizione.

Sinceramente, Direttore, nessuno mi deve convincere a "tirare il carretto"; lo faccio da sempre, è un dovere morale, e continuerò a farlo senza tentennamenti.

Se qualcuno scambiasse i modi educati per debolezza, credo che dovrebbe andare a riguardare la storia  del mio impegno politico.

Impegno che, certo, non nasce con la nomina ad assessore, ma ben prima, quando a coronamento di molti anni di attività, arrivò, nel 1990, un risultato alle elezioni comunali per molti inaspettato (anche allora!), che mi collocò in termini di preferenze subito dopo i dirigenti storici del mio partito.

Ed anche nel 1999, in uno dei momenti più difficili della mia attività amministrativa, pur da uomo convintamene di partito ho dovuto promuovere per il bene della città, una lista civica che, dichiarata marginale da tutti i "soloni della politica" fu accolta molto bene dagli elettori (anche allora!).

Con riferimento, poi, al  2004, certo, "molti altri" avrebbero potuto ottenere risultanti significativi alle elezioni amministrative.

Questo è nell'ordine delle cose, soprattutto per chi, come me, crede ed è fiero di essere un uomo qualunque; un uomo che discende da una famiglia di modeste origini, contadine ed operaie,  che ha fatto dei pesantissimi sacrifici per permettermi di studiare; una famiglia che posso guardare senza vedere in me stesso nessun fallimento.

Attenzione, però, al tentativo di voler delegittimare la funzione dei partiti, che non può essere sostituita, come ha correttamente affermato il Ministro D'Alema, dal gazebo di turno (senza con questo voler negare il fondamentale ruolo di tutte le sensibilità anche esterne alle organizzazioni).

E, soprattutto, attenzione a non offendere i nostri concittadini che hanno scelto, potendo valutare alcune candidature autorevoli, moltissimi lo hanno fatto sulla base di indicazioni di partito, altri scegliendo il voto disgiunto, e non pochi votando esclusivamente il sindaco.

Credo di non ricordare male ma anche nel 2004 moltissimi "esperti" della politica, di fronte alla mia candidatura, considerata debole, davano per certo il ballottaggio, o al massimo una vittoria al fotofinish (Direttore, si ricorda, anche allora!), senza, poi, parlare del dato 2005 (che ho solo contribuito a realizzare) di forte adesione alla candidatura di Eros Brega. Dato, peraltro, completamente maturato nell'ambito del "popolo della Margherita". Anche su quel dato molti "scienziati" della politica sbagliarono le previsioni (anche allora!).

E, quindi, dovrei forse cambiare approccio al modo di rapportarmi con gli altri?

Non sono così supponente da pensare che è il mio sia il migliore modo possibile, anzi è uno dei peggiori se vuoi imbonirti il prossimo, ma credo che tentare di scimmiottare altri comportamenti che magari nel breve (ma solo nel breve!) periodo pagano, mi porterebbero ad essere una inverosimile caricatura di me stesso.

Sono convinto, caro Direttore, che se questa fosse un'intervista forse mi chiederesti come mi spiego questo "fuoco di paglia di mezzo inverno",  difficilmente interpretabile da chi non parla fluentemente il politichese.

Vedi, Dante, io credo che le motivazioni siano diverse, non sempre tra loro collimanti.

A  parte il brusio di fondo, del quale mi permetterai di non occuparmi  perché, peraltro, generalmente alimentato da alcune persone che amano giocare alla politica da dietro una tastiera di un computer e/o che non hanno mai avuto il coraggio di sottoporsi al giudizio degli elettori e/o quando l'hanno fatto, sono stati sonoramente bocciati.

La prima motivazione è da ricercarsi nelle fasi, sempre concitate, che precedono  gli oramai imminenti congressi dei maggiori partiti politici della coalizione di centro sinistra.

Fasi che ad Orvieto assumono un valore amplificato, per la storia e per le vicende di questi ultimi tre anni.

La seconda motivazione sta nella ricerca di qualche accordo trasversale per precostituire cordate elettorali più o meno trasparenti, che la storia ha spesso declassato a mero esercizio accademico. Queste attività, per carità sono legittime, se vuoi, Direttore, sono il "sale della politica"; ma con un limite preciso: non possono  andare a detrimento della nostra città, perché in tal caso le combatterò con tutte le mie forze.

La terza motivazione è, invece, molto più pericolosa. 

Ti ricorderai che, all'indomani del risultato elettorale molti, che non avevano previsto la portata del mio successo elettorale, si affannarono a dire: sì, Mocio è stato eletto, ma sarà un sindaco sotto tutela, non conterà niente.

Ora, proprio in questa impossibilità di "mettermi il bavaglio" sono maturati molti degli atteggiamenti che sono alla base del "fuoco di paglia". 

Il nervosismo è cresciuto quando è stato chiaro che il sottoscritto e la coalizione che lo appoggia non avrebbero accettato di galleggiare e che questo non sarebbe stato un quinquennio di transizione.

Chi, trasversalmente, pronosticava questo, proprio non mi conosce e non sa interpretare chi, "libero e forte", interpreta la politica come passione e spirito di servizio. Anzi, caro Dante, ti posso rassicurare  che eventuali intimidazioni ( preannunciati siluri, ventilate liste civiche, ecc) mi fanno tirare il carretto con più forza e vigore.

Lo slogan scelto in campagna elettorale "Orvieto soprattutto" voleva e vuole tenere fede a questo impegno.

Un impegno che porterò avanti con serietà per lo sviluppo della nostra città.

Gli atti amministrativi che abbiamo adottato o che stiamo approvando cambieranno profondamente il volto di Orvieto,  rendendola più competitiva per affrontare al meglio le sfide che abbiamo di fronte.

Una progettualità molto complessa che ha assorbito, nella prima parte della consiliatura, gran parte del nostro lavoro.

Non voglio, però, anticipare i contenuti della tradizionale conferenza stampa, quest'anno posticipata perché ho ritenuto necessario essere solidale con i giornalisti che scioperavano contro la barbara precarizzazione del lavoro.

Ed allora i ringraziamenti, al Segretario regionale On. Giampiero Bocci ed al Consigliere Regionale Brega, ai quali sono legato oltre che dalla comune appartenenza politica, da una profonda amicizia.

Certamente non sono intervenuti per ottenere il sostegno mio e quello molto importante del partito di Orvieto ai nostri congressi che, peraltro, si preannunciano  unitari a tutti i livelli. 

Il mio sostegno è stato quello di un dirigente regionale che, insieme a molti altri, ha concorso a selezionare nei due più importanti incarichi (la Camera dei Deputati ed il Consiglio Regionale) le migliori persone, per professionalità ed umanità, che il Partito avrebbe potuto esprimere in Umbria.

Eros e Giampiero, anche per il futuro, continueranno ad avere il massimo e convinto appoggio mio e del partito di Orvieto.

Un grazie convinto anche a Roberto Meffi, con il quale ho condiviso tutte le battaglie di questi ultimi anni ed al quale rinnovo il mio forte sostegno per l'oramai imminente congresso locale.

A te Direttore, uomo libero e forte, che non sei mai stato tenero con me e che in questo caso non mi hai fatto mancare un incoraggiamento, peraltro assolutamente disinteressato, un particolare ringraziamento.

In ultimo, ma non certo in senso di importanza, ringrazio chi mi ha telefonato o fermato per strada esprimendomi preoccupazione in seguito agli articoli di questi giorni.

Io non mi "stresso" per tanto poco e continuerò a lavorare per la città, grazie all'aiuto di tutti, anche  di quello di chi mi critica.

Essendo convinto che, chi lavora talvolta può sbagliare, ritengo sia giusto far tesoro delle critiche e delle proposte per impostare meglio l'agenda futura, quella che cercherò di onorare, con l'aiuto insostituibile della coalizione, nei prossimi anni.

Pubblicato il: 15/01/2007

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