Chirurgia, tutto regolare

ORVIETO - Non sono piaciute affatto al direttore generale della Asl Imolo Fiaschini le accuse della federazione provinciale dello Sdi che parlavano di ingerenze della politica sulla scelta del nuovo primario, il dottor Stefano Filippo Correnti. Ed è così che Fiaschini adesso, "pur conscio - puntualizza - di non dover esplicitare alcunché a singole forze politiche" intende precisare la piena legittimità dell'iter "al fine di evitare confusione nell'utenza, effetto particolarmente grave che tali note possono produrre".

"L'imprevisto trasferimento del primario chirurgo dell'ospedale di Orvieto avvenuto poco dopo l'insediamento della nuova direzione aziendale - afferma il direttore - ha sicuramente prodotto una situazione di disagio gestionale alla quale si è deciso di dare rapida risposta tramite indizione di un avviso interno di sola comparazione dei curricula  per 'l'eventuale' affidamento di un incarico di 'facente funzioni temporaneo', in attesa di poter nominare un primario a seguito dell'espletamento delle procedure di reclutamento previste dalla legge".

"Contestualmente, come previsto dalla normativa, - prosegue Fiaschini - si è richiesta l'autorizzazione alla Regione per la copertura del posto di primario. Giunta il 5 dicembre scorso l'autorizzazione regionale e acquisita, dopo alcuni giorni, la disponibilità del professionista (del tutto legittimamente individuato dalla direzione sulla sola base delle caratteristiche tecniche e gestionali) ad assumere l'incarico fin dal primo gennaio, si è ritenuto assolutamente inopportuno ed irrispettoso affidare un incarico temporaneo di facente funzioni per soli 15 giorni anche in virtù del fatto che il suddetto breve periodo sarebbe stato comunque coperto dal primario chirurgo di Narni-Amelia a scavalco, come peraltro avvenuto con buoni risultati anche nei 45 giorni precedenti. L'incarico di facente funzioni temporaneo sarebbe invece stato necessario qualora l'attesa dell'autorizzazione regionale si fosse protratta più a lungo".

Tutto nelle regole, insomma, per il direttore generale che aveva già anticipato al Giornale dell'Umbria la totale estraneità delle "sue" nomine alle spinte della politica.