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ELIO TAFFI AD UMBRIA JAZZ WINTER. Seconda giornata

E' aperto un sondaggio su Umbria Jazz Winter 2006. Esprimete la vostra

foto di copertina

di  ELIO TAFFI  

Allora La giornata inizia abbastanza presto; uno sguardo al programma del 29 dicembre, molti buoni propositi da parte mia, ma troppo tempo perso per realizzare il pass in qualità di pressman; l'immancabile tuffo nell'atmosfera goliardica dei Funk Off e poi via, deciso verso uno degli appuntamenti più attesi dal sottoscritto: il Jazz Lunch al San Francesco. Gli elementi più invitanti della situazione? La bellezza dell'interno del ristorante, con quegli archi inseriti nel soffitto, tanto belli quanto dannatamente scomodi per Grassilli ed i suoi tecnici del suono, ma, soprattutto, il buffet approntato dalla casa, cui si può accedere liberamente e ripetutamente. La musica è prelibata, con Austin DeLone e la sua R&B Band, insieme alla vedette Toni Green, una bellissima di colore, "very american", dalla presenza fisica rispettabilissima. Il ritmo è travolgente, le voci sembrano prodotte da corde vocali d'acciaio, ed il volume è altissimo: ma così ci vuole! Concetto evidentemente non condiviso da un partecipante, probabilmente ignaro della reale meta mangereccia all'atto di una prenotazione non troppo consapevole, che si improvvisa un tappo per le orecchie utilizzando la mollica di un paio di fette di pane: ingegnoso, altamente ingegnoso, non c'è che dire! L'allegria, ben presto, pervade ogni elemento della sala e le mani si allontanano dalle forchette e posate varie (ma non le mie) per applaudire e ritmare i brani blues e rock; in diversi, ovviamente i più coraggiosi, si mettono a ballare pericolosamente fra i tavoli e quando la bellissima Toni scende in mezzo ai commensali, stringendo mani avide, poco ci manca che l'affetto carnale dei fans si riveli fuori misura, e fuori zona. Ultimo, piacevole appunto: lode al lombo di maiale con costine, tagliato in bistecche al momento di servirlo nel piatto.

Un po' di tempo mi occorrerà per parlare del doppio Sergio Cammariere, 28 Teatro Mancinelli e 29 Palazzo del Popolo. Dunque Molti, sulle prime, avranno pensato: ma 'sto Cammariere che ci azzecca con Umbria Jazz? Beh, ci azzecca, eccome se ci azzecca In fondo, quelli che noi chiamiamo "standard", all'inizio della loro vita altro non sono che canzoni E quindi, la canzone d'autore di Cammariere è pienamente legittimata; inoltre, il bravo Sergio riesce ad esprimere un pianismo gradevole, di buona fattura, di livello tecnico dignitoso, financo pregevole. Belle melodie, voce imperfetta ma indubbiamente d'impatto e fascinosa, presenza sul palco elegante, ordinata, efficace. I musicisti di cui si è circondato sono tutti ottimi, dal contrabbasso giovane e virtuoso di Luca Bulgarelli, alla sezione ritmica di Amedeo Ariano, all'intelligente collaborazione  di Fabrizio Bosso, con la voce di tromba; quest'ultimo, grandissimo, infiamma in più di un'occasione tanto gli spettatori del Mancinelli quanto quelli presenti alla Sala dei Quattrocento. I due concerti sono in realtà piuttosto diversi, anche se probabilmente le differenze sono amplificate dalle due location: programma "ufficiale" e giustamente corposo al Teatro, atmosfera più intima e levigata al Palazzo del Popolo. La tonalità d'impianto di mi minore sembra essere quella preferita da Cammariere; su di essa sono composte la maggior parte dei brani suonati e pare essere strettamente idiomatica al suo linguaggio ed alla sua espressività. Due bei momenti, non c'è che dire; e pensare che ero partito prevenuto. Non si finisce mai di imparare

E' notte, e devo parlare ancora di Stefano Bollani e Dr. Charles G. Hayes & the Warriors

Ma, forse, per Bollani dovrò aspettare un altro giorno ancora Sì, ancora un altro

 

Nb. E' aperto un sondaggio su Umbria Jazz Winter 2006. Esprimete la vostra.

Pubblicato il: 30/12/2006

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