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Marito violento condannato a otto mesi

Con l'accusa di maltrattamenti l'uomo era stato trascinato in tribunale dalla moglie che dopo aver subito numerose percosse fisiche, che giungevano sempre a conclusione di furiose liti verbali, ha deciso di risolvere la questione facendo ricorso alla legge. Era il maggio 2004

Marito violento condannato a otto mesi. A tanto ammonta la pena emessa nei confronti di un cinquantenne iraniano al centro di una burrascosa vicenda familiare conclusasi nell'aula del tribunale penale. Con l'accusa di maltrattamenti l'uomo era stato trascinato in tribunale dalla moglie che dopo aver subito numerose percosse fisiche, che giungevano sempre a conclusione di furiose liti verbali, ha deciso di risolvere la questione facendo ricorso alla legge. Era il maggio 2004 quando la donna, esasperata dalle continue violenze che era costretta a subire da parte del consorte, si recò direttamente dai carabinieri raccontando per filo e per segno tutte le angherie che non era più disposta a sopportare. Tra le accuse che la moglie additava al marito, oltre alle percosse fisiche, c'era anche quella secondo la quale il consorte le negava la possibilità di vedere i propri figli. I fatti, finiti sotto la lente della magistratura circa un anno fa, con l'apertura del procedimento penale nel maggio 2005, fanno riferimento a quando la coppia, sposata con tre figli ma separata, viveva ancora insieme nel quartiere medioevale della Rupe. Ad Orvieto l'uomo, di origini iraniane, era ben inserito e aveva anche avviato un'attività commerciale lungo corso Cavour. La difesa dell'uomo, sostenuta dall'avvocato Angelo Ranchino, nel corso dell'ultima udienza, in cui a sfilare davanti al giudice è stato uno dei tre figli della coppia, ha cercato di ridimensionare la gravità degli episodi contestati facendo appello, in particolar modo, ad unico referto medico a carico della donna che parlava di un solo giorno di prognosi. Un appiglio che non è riuscito però ad evitare la condanna pari ad 8 mesi per il cinquantenne. Una pena che però sarà interamente condonata con l'indulto. Con la remissione della querela, invece, si è conclusa, proprio la settimana scorsa, una vicenda analoga tra due coniugi. A ritornare sui suoi passi, alla fine, è stata proprio la moglie che, rimettendo la denuncia, ha così evitato una lunga trafila giudiziaria, sia per sé che per il consorte.

Pubblicato il: 22/12/2006

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