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I CORTI AL PALAZZO DEI CONGRESSI

La quinta rassegna di CORTI IN VISTA, curata da G. Bufalini - Alan Vele e la sezione multimediale del Laboratorio Teatro Orvieto in collaborazione con il Consorzio Overdrive Music, si è svolta ad Orvieto nei giorni 15, 16 dicembre

di Santina Muzi

 

Anche Guido Barlozzetti ha subito le conseguenze dello sciopero che venerdì 15 ha colpito l'Italia.

Partito in aereo dalla Sicilia con scalo a Fiumicino, è giunto con un certo ritardo all'appuntamento al Palazzo del Popolo dove tuttavia ha avuto modo di presentare la serata dedicata ai corti.

Tema proposto: la Passione.

Sette i lavori selezionati.

Il corto più corto in assoluto è "La sostenibilità dell'essere" dell'orvietano Giovanni Bufalini. Per la sezione "passione perversa", in un minuto e mezzo due paia di tacchi a spillo "massaggiano" il torace nudo di un fustacchio masochista che, dorso a terra, se ne sta immobile e gaudente a sostenere quell'essere dalle scarpe laccate.

Segue, per durata, "K ha mollato", per la serie "Passione finita" di Manolo Turri. Cinque minuti bastano per decidere di cambiare vita, gettare il passato alle immondizie e,nuovamente, lasciarsi costringere negli abiti di ieri.

Per la "passione romantica" il corto selezionato è del francese Claude Lelouch e s'intitola "C'etait un rendez-vous". Sono otto minuti di corsa folle attraverso una Parigi avvolta nella semioscurità in cui il protagonista, a bordo di un mezzo di trasporto, forse una moto, senza alcun rispetto delle regole del codice stradale, né dei semafori rossi, né dei sensi vietati, raggiunge finalmente il traguardo: l'abbraccio di una eterea fanciulla.

Per la sezione "passione pratica" Gabriele Agreste con "Il pozzo e il pendolo" in nove minuti di rare immagini e suggestioni di buio rende con efficacia l'angoscia dell'incubo che attanaglia e travolge.

"Passatempo", il lavoro di Francesco Lagi per la sessione "passione sublimata" si svolge in quindici minuti al rallentatore, tormentati come il protagonista, amante del pallone, rimasto a vivere da solo nell' appartamento divenuto dominio di mosche e topi, nell'apparente indifferenza del mondo circostante.

"Il nano più alto del mondo", per la sezione "passione sofferta" di Francesco Amato, narra la situazione del nano che nella sua condizione trova il punto di forza che gli permette di guadagnarsi da vivere. La realtà diviene realmente un dramma quando improvvisamente, ed inesorabilmente, l'uomo comincia a crescere, un centimetro alla volta, come gli adolescenti nell'età dello sviluppo. E' la fine anche per il tenero legame che lo unisce ad una giovane sua pari.

Il corto più lungo dura ventiquattro minuti e rientra nella sezione "passione mistica", è di Eddy De Angelis e s'intitola "Mistero e passione di Gino Pacino". Il protagonista è un goffo individuo, succube della madre, che si nasconde dietro un paio di occhiali spessi come fondi di bottiglia.

Quando finalmente Gino Pacino apre gli occhi alla realtà e prende il comando della sua vita, la ragazza artefice del cambiamento si dissolve nell'etere sotto le sembianze di santa Lucia, protettrice della vista.

La quinta rassegna di CORTI IN VISTA, curata da G. Bufalini - Alan Vele e la sezione multimediale del Laboratorio Teatro Orvieto in collaborazione con il Consorzio Overdrive Music, si è svolta ad Orvieto tra la sala del Carmine e la Sala dei Quattrocento al Palazzo del Popolo nei giorni 15, 16 dicembre.

Pubblicato il: 20/12/2006

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