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Una delegazione di orvietani al carnevale di Viareggio

Per resuscitare la tradizione carnascialesca orvietana. Un'idea di Nicoletta De Angelis, che cerca i motivi della "tristezza" della città

ORVIETO - Una delegazione di orvietani al carnevale di Viareggio per spezzare l'incantesimo di Parenzo e far "resuscitare" il morto Carnevale della Rupe. L'iniziativa, e l'ipotesi originale sulle ragioni della spenta tradizione carnascialesca orvietana, è di Nicoletta De Angelis, profonda conoscitrice delle tradizioni locali. In sostanza secondo la De Angelis il fatto che ad Orvieto non si festeggi un vero Carnevale con tanto di carri potrebbe risalire alla leggenda del primo podestà di Orvieto Pietro Parenzo, giovanissimo e romano, arrivato ad Orvieto il giorno di giovedì grasso. "Si festeggiava con balli sfrenati ed abbondanti libagioni - dice De Angelis - ci si abbandonava al Carnevale! Ma Parenzo abolì da quella sera tutti i festeggiamenti. Non è certo solo per questo che il nostro primo podestà venne assassinato però mi chiedo come mai ad Orvieto non si è più riusciti a festeggiare un vero Carnevale. Negli anni 50 c'erano addirittura i carri durati pochissimo, i vari cortei in maschera si sono tutti "ammosciati", sarà l'incantesimo di Parenzo che aleggia ed avvolge la Rupe?". E' per questo, dunque, che un gruppo di "sognatori" come li definisce De Angelis quest'anno ha accettato l'invito della città di Viareggio a partecipare al prossimo Carnevale davanti ad un carro intitolato : "Avanti miei prodi ". "I costumi dei figuranti saranno d'ispirazione medievale - spiega ancora De Angelis - volutamente contaminati da oggetti contemporanei. Lavorando ai bozzetti non riesco a dimenticare i meravigliosi costumi de "L'armata Brancaleone ". E se tutto questo non riuscirà a spezzare l' incantesimo - conclude - di sicuro ci farà divertire e questo ci basta".

Pubblicato il: 11/12/2006

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