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Il baco nella mela. Considerazioni sul sistema di potere orvietano

Pier Luigi Leoni

di Pier Luigi Leoni

 

Filippo Belisario, responsabile del WWF, in un suo recente articolo, ha stigmatizzato le malefatte dell?amministrazione comunale di Orvieto in materia urbanistica e di assetto del territorio. Belisario rievoca gli anni Ottanta del secolo
scorso, quando alcuni intellettuali dettero l?impressione di aver preso in mano la situazione e di poterla controllare. In particolare, ricorda con commozione Adriano Casasole. Nel gruppetto principale degli intellettuali che cercarono di dare una svolta a Orvieto, includerei, oltre a Casasole,
Franco Raimondo Barbabella e, tra coloro che non furono amministratori pubblici, Gianni Cardinali.

Belisario registra il loro fallimento, che in un caso fu
tragedia, ma ne individua la causa in un generico prevalere del cosiddetto ?pensiero unico?, vale a dire il mito dello sviluppo, costi quel che costi.
Convengo che quegli intellettuali erano lucidi, appassionati, probi, coerenti ed efficienti. Ma attribuisco il loro fallimento alla sottovalutazione della versione orvietana di quello che una volta si chiamava sistema di potere socialcomunista. Tutti e tre s?illudevano che tutto il bene sta a sinistra, e non si resero conto che la sinistra orvietana ha una struttura parassitaria.
? una comunit? nella comunit?. Una comunit? di compagni opportunisti che ha i suoi fini, le sue regole, le sue tradizioni, i suoi sentimenti.

Ogni compagno vuole essere protetto, ha il suo personaggio di riferimento col telefonino sempre acceso, ha gli altri compagni diffusi nell?ospedale, nel municipio, negli uffici pubblici e nelle aziende private, ovunque possa servire
un appoggio o un consiglio o una guida su come cavarsela bene, in fretta e prima degli altri. Ovviamente i personaggi coi telefonini sempre accesi non si limitano a coccolare i compagni, ma li precettano per le feste dell?Unit?
e soprattutto quando si deve andare a votare. 

La comunit? dei compagni vive dentro la pi? vasta comunit? orvietana come il baco nella mela. Un baco che
ha i suoi problemi di digestione e a volte si contorce, ma tuttora ?  vivo e vitale. ? tanto vitale che i preti, quando lo hanno visto in difficolt?, essendosi accorti di avere pi? fedeli nel baco che nel resto della mela, si sono affrettati a soccorrerlo. Il compito di uccidere il parassita spetta
 a tutti gli elementi non infetti della societ? orvietana, si ritengano essi di destra o di centro o di sinistra. 

Altrimenti, anche negli anni futuri, il responsabile di turno del WWF dovr? ripetere il rituale lamento dell?ecologista deluso.

Pubblicato il: 11/08/2003

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