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NOTIZIE CORSIVI

Ci vorrebbe Rodari

cerco guai

Dopo aver trasformato, la scorsa settimana, il testo di una canzone di Gianni Rodari, qualcuno mi ha fermato per strada ricordando quanto fossero belli i tempi in cui a Orvieto c?era il premio alla fantasia, e di quanto sia formativa la lettura di racconti e filastrocche di quel nordico redattore de ?L?Unit??.

Allora, questa settimana, ho deciso di rodarizzare la mia rubrica!

Il mio primo ?incontro? con l?autore ? avvenuto in prima elementare, con le ?Favole al telefono? che mi sembravano tanto bislacche. Poi in seconda cambi? l?insegnate, e ricordo un suo certo imbarazzo alla lettura della versione rodariana della storiella della Cicala e della Formica, che scardinava la severa e rassicurante morale che esorta da sempre ad essere previdenti.

Si trattava, in fondo, di due rime baciate, rapide e sconvolgenti:

Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l?avara formica.
Io sto dalla parte della cicala,
che il pi? bel canto non vende, regala.

Aiuto! La morale cha andava bene da secoli doveva essere conciliata con questa strana filastrocca contenuta nel libro di testo, facendo tornare i conti a una quindicina di marmocchi sbigottiti.

Una piccola esitazione e poi: ?Questa poesiola ci ricorda che, anche se non bisogna solo pensare a divertirsi come fa la cicala, la formica doveva fare la brava cristiana e donare qualcosa, magari poco, alla povera cicaletta affamata?.

Ol?! Rodari interprete della carit? cristiana. Sublime, specie per la mia testa confusa che trovava gli stessi volti a scuola e al catechismo e iniziava, nel frattempo, a chiedersi: ?Ma come mai quando il diavolo tenta Ges? col pane lui riconosce che ? una tentazione mentre quell?altro santo ha fatto bene a mangiare ogni ben di Dio, sceso dal cielo, per interrompere il digiuno??

Bene bene manco adesso l?ho capito perch? il pane era peccato e capretti e pernici no. Boh, sar? che sono un peccatore incallito. Sar? che la Chiesa non vede di buon occhio i vegetariani. Ma che ne so.

In fondo, ?le veggetariane so? tutte communiste, so? animaliste e vojono l?abborto?. O forse no. Sono cose difficili da capire e ci vorrebbe Rodari a ricordarci le cose difficili:

? difficile fare
le cose difficili;
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi.

E qui potremmo facilmente scivolare in campagna elettorale. Tanto vale tornare ai ricordi dell?infanzia, per arrivare in quinta elementare, quando le fiabe con i finali aperti lasciarono il posto al ?Libro degli errori?, con Como trasformata in com? da un accento malandrino:

Una volta un accento

per distrazione casc?
sulla citt? di Como

mutandola in com?.

Figuratevi i cittadini

Comaschi, poveretti:
detto e fatto si trovarono

rinchiusi nei cassetti.

Per fortuna uno scolaro

rilesse il componimento
e liber? i prigionieri

cancellando l?accento.

Ora ai giardini pubblici

han dedicato un busto
?A colui che sa mettere 

gli accenti al posto giusto?.

Chiss? che direbbe ora lo spirito surreale di Rodari, con i bambini che hanno comprato Nintendo DS e si trovano a giocare Veltronianamante con Nintendo PD, con i tifosi che agli europei di calcio invece di inneggiare ?Forza Italia? sarebbero stati pi? (politicamente) corretti se avessero incitato gli Azzurri gridando ?Popolo delle Libert???

E chiss? cosa scriverebbe delle notizie orvietane, della festa del suo giornale che non ? pi? la festa del suo giornale, delle voci di corridoio, della cronaca bizzarra di queste ultime settimane?

Magari saprebbe giocare con le parole su Ciconia 2 e sulle insistenti quanto infondate (si spera) voci che vogliono che a Orvieto, oltre che per la raccolta differenziata, ci si stia attrezzando anche per il riciclaggio?

Ma Rodari ? come i classici, a guardarlo bene ha gi? scritto (quasi) tutto, perch? alcuni temi sono sempre di attualit?, anche se spesso, forse poco o forse troppo, vengono spacciati per qualunquismo.

Perci?, non me ne vogliate se, nei giorni delle polemiche sulle superconsulenze comunali senza opportuna e pubblica verifica dei risultati ottenuti, mi viene in mente ancora Rodari:

Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d?olio la tuta dell?operaio, 
di farina il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicine c?? un buon odore.
I fannulloni, strano per? 
non sanno di nulla e puzzano un po?.

Pubblicato il: 28/06/2008

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