Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Cahos a Bombay

cerco guai

Niente paura, nessun effetto devastante dei monsoni indiani, ma solo un vago parallelismo tra due operazioni antidroga locali accomunate dall?immancabile strascico di polemiche e prese di posizione sull?atavico dilemma ?pubblicare o non pubblicare?.

Pi? che accettabili (e spesso perfino condivisibili) le ragioni dell?uno e dell?altro fronte, se prese come un ?pour parler? dal vago sapore accademico, di pura teoria, insomma.

Osannando la determinazione a mettersi in ballo col proprio nome e cognome di gran parte dei commentatori, e senza nulla togliere alle ragioni di chi in questi giorni ha preso posizione, non ce la faccio proprio a non dire che, secondo me, nella fattispecie di una realt? di profonda provincia come la nostra, con i nomi o senza nomi, poco cambia, e per pi? di un motivo.

Primo: nomi o non nomi, arresti o non arresti, noi orvietani siamo quattro gatti, e anche piuttosto pettegoli. Societ? chiuse e poco avvezze agli scambi, come la nostra, hanno tutti i membri gi? etichettati alla fonte e, leggendo i nomi sui giornali, spesso (in linea teorica, per carit?, questi arrestati stavolta magari sono tutti angioletti dalle ali dorate?) non si casca certo dalle nuvole. L?occhio clinico dell?orvietano che la sa (o crede di saperla) lunga non ha certo bisogno di sette mesi di indagini, per poi, magari, andare a colpire e capitare proprio il giorno in cui il magazzino ? vuoto?

Secondo: a Orvieto, se ti capita, pur documentatissimo, di dire male dell?amministrazione in presenza di pi? di tre persone, sei etichettato come stronzo e sovversivo vita natural durante. Se invece ti arrestano per spaccio e ti assolvono, o patteggi per un po? di condizionale, o fai un rapido passaggio in comunit?, basta rivederti a spasso per il corso per riabilitarti. La sola presenza spavalda sull?ora dello struscio conta pi? di qualsiasi sentenza di assoluzione e di tutte le smentite dei giornali messe insieme. Nella terra delle overdosi e dalla rupe a portata di mano, lo spaccio manco fa pi? curriculum. Non fosse altro che per uno strano meccanismo sociale di autodifesa: bene o male un compagno di classe, un cugino o un amico impelagato in una retata antidroga, presente o passata, ce lo abbiamo tutti. Tanto vale convincersi che ? normale e tir? a camp?.

Terzo: sar? forse per il radon, che agisce non solo a livello della tiroide, ma anche un palmo pi? su, ma fateci caso: siamo costantemente col muso o con la puzza sotto al naso e ci rodiamo di invidia, anche inconsapevolmente, dalla mattina alla sera, ma quando c?? da chiedere il voto o da sapere l?ultimo pettegolezzo sulla piazza, siamo tutti amicissimi. Scappa fuori che ognuno ? culo e camicia con tutti gli altri, tanto che viene da chiedersi di quanti culi ci abbia dotato il Padreterno, o chi per lui. E quindi, un amico di un amico che fa il giornalista, o il cognato dello zio che fa il poliziotto, o il conoscente del fruttivendolo che si ? trovato ad essere testimone oculare, ci scappa sempre. E, in assenza di nomi pubblicati da fonti ufficiali, si innesca il passaparola, a cui ognuno aggiunge o cambia qualche particolare, vuoi per dimenticanza, puoi per distrazione, vuoi per quel sottile piacere di far vedere che solo lui sa come stanno le cose. Strada facendo gli arrestati da cinque salgono a sette, poi a undici; il bar diventa un negozio di generi alimentari e poi un supermercato; da Canale si passa a Porano e poi gi? gi? fino a Sferracavallo, e iniziano a spuntare i nomi, tantissimi, anche di chi ?bene o male quarcosa c?entrava, e si nun l?hanno chiappato ? perch? stavorta j?? ita bene?, cos? Cardillo si tramuta in Cardellino, poi in Passeri e poi in Fringuello e poi ancora in chiss? quale altro uccello, attinto dalla colorita fauna genealogica locale; il figlio del fabbro evolve nel fratello del falegname o nel cugino del muratore o ancora nel genero dell?idraulico, e via dicendo, in un turbine di cazzate senza fine. E, alla fine, i nomi sono tutti meno quelli giusti, o meglio, tanti altri oltre quelli giusti.

Quarto: ogni anno torna l?estate, e il caldo, oltre a far rilassare i giornalisti e mandarli in ferie, abbassa anche la quantit? di notizie ?vere? da pubblicare, e riempire la pagina della cronaca di Orvieto diventa spesso un vero problema (fatevelo dire da chi ha fatto per diversi anni le sostituzioni alla Nazione e al Corriere e ha aperto a sei colonne sulla merda dei piccioni, con tanto di foto e richiamo in prima pagina). Cos?, sotto il solleone, sbuca sempre la notizia, tutta fatta di condizionali (?sembrerebbe che??, ?sarebbero stati trovati in atteggiamenti che indurrebbero a pensare a??, ?parrebbe che i bene informati riferiscano voci di corridoio che parlerebbero di??), dei due amanti rimasti incastrati e portati al pronto soccorso tra atroci dolori o della moglie che trova il marito a letto col suo migliore amico. E l? s? che si scatena il toto-nome e il toto-dettaglio-piccante, e nessuno se ne sbatte pi? se all?uscita della scuola del figlio si vende fumo o se la coca viaggia sotto il portone di casa nostra. Figurarsi dei nomi dei possibili spacciatori.

Pubblicato il: 16/06/2008

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