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Il rinnovamento

Renato Piscini

La parola RINNOVAMENTO ? una accezione positiva ma lo ? assai di pi? a titolo civile.
Infatti il rinnovamento, per la sua stessa origine, invita al riavvicinamento dei cittadini, assai lontani gli uni dagli altri, dando come terreno di incontro il comune sentire dell'attualit?.
Il rinnovamento ? una nuova accentuazione dei valori che si devono riappropriare, con una presenza attiva, del ruolo guida di tutti. Non si tratta quindi di una novit? ma di una presa di coscienza da tempo sfumata ma implicita nelle sensazioni diffuse.
Un avvenimento atto a riavvicinare le azioni della tradizione unita ad impulsi futuri che periodicamente e storicamente hanno il compito di rivitalizzare la societ?.( una sorte di Pentecoste)
Questo coinvolgerebbe PUBBLICO e PRIVATO e ci inviterebbe a suscitare nuovi modelli di vita.
Nei tempi che attraversiamo questa accezione assume il ruolo di supplenza per mutare le aspirazioni dei cittadini nella loro espressione civile l? dove manca troppo spesso l'anima prevalendo la passivit?.
Come un tralcio che ? parte della vite, che cresce dalla vite, nella vite e con la vite; guai al tralcio che si stacca dalla vite o si blocca nella sua crescita. Il primo aspetto riferito alla societ? ( negativo) ? quello di bloccarsi nella crescita, restare al guado.
Il secondo (positivo) ? di crescere con la citt? nella citt? -visione della societ? civile.
Crescere nella conoscenza come un insieme, come rivelazione di un unico disegno e non come semplice raccolta di episodi ricollegati successivamente ; imparando a fare una graduale economia che non viene dal gridare azioni ma dal fare della volont? popolare. Crescere nell'attuazione del contesto sociale, culturale e politico per cui il PUBBLICO opera favorendo sempre pi? gesti di prossimit? verso il bisognoso.
Ciascuno nella espressione del PUBBLICO E PRIVATO non si esibisca ma peschi dal fondo della parte del suo tesoro interiore. Obiettivo il raggiungimento di una autonoma visione di societ? giusta e di valori riconoscibili. Per troppo tempo si ? pensato che l'elettore vada a votare lasciando a casa opinioni, passioni e interessi per avvalersi solo di una razionalit? impersonale. Indubbiamente le ideologie dei partiti di massa, che hanno contribuito a ricostruire la democrazia nel dopo guerra , sono definitivamente tramontate e con esse anche quel tipo religioso ideologico.
Fare una politica delle idee significa legare in maniera stabile l'azione politica con il territorio e non essere autoreferenziali per non incorrere in un processo oligarchico. L'iniziativa politica si avvale di senso compiuto nel quale gli attori devono poter essere riconoscibili per essere valutati avendo con essi legami ideali. Il non controllo di fenomeni apolitici e dei valori esistenziali, oramai anch'essi valori culturali, che riguardano i comportamenti e il modo di sentire deve allertare il livello direzionale politico.
Il rapporto costante con la societ? e i suoi cambiamenti ? la sola interpretazione di una politica legata a valori e non a ideologie.
Fare politica senza paura attraverso i partiti che soli hanno la funzione e la autonomia di confrontarsi con i cittadini come canali di partecipazione democratica ( MORO).
Gettare insomma un sasso nello stagno e attendere che qualcuno si accorga che i cerchi concentrici sono una conseguenza e magari il Rinnovamento li interpreti.

Pubblicato il: 08/06/2008

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