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Te lo do io il radon

Fausto Cerulli

La maledizione di Tutankamon, per cui chiunque entrava in contatto con la tomba di quel faraone, moriva presto di un male incurabile ha trovato con molta plausibilit? una spiegazione scientifico- sanitaria. La tomba era imbottita di radon, e la circostanza ? stata recentemente valutata con strumenti perfetti, che hanno consentito di verificare presenza ed accumulazione di radon. Chi entrava in quella tomba, ora lo sappiamo, non moriva per la vendetta del faraone, ma perch? si ammalava di tumore.

Oggi sappiamo che il radon ? una precisa e precisata sostanza chimica, inodore, incolore ed insapore e molto voltatile. E soprattutto sappiamo che tale sostanza prospera soprattutto nel materiale tufaceo. Orvieto ? la citt? del tufo per antonomasia, ed ? anche la citt? in cui la percentuale di morti per tumore ? tra le pi? alte d?Italia. Io non voglio creare allarmismi; ma credo di avere il dovere di spiegare, e di suggerire rimedi.

Dico anzitutto che Orvieto tufaceo ? un enorme ricettacolo di radon. E che bene ha fatto il sindaco a chiudere l?asilo nido per sospetta contaminazione da radon; e fa bene a misurare i valori di radon esistenti nell?asilo. Il radon, infatti, ? letale soltanto quando raggiunge determinati livelli di concentrazione ambientale. Ma il famoso principio di precauzione dovrebbe spingere il sindaco ad ordinare alla Asl di munirsi degli appositi misuratori di concentrazione di radon- tanto so che

la nostra ASL non ha neppure i misuratori della febbre che sarebbero i termometri-. E mandare esperti a misurare casa per casa quei maledetti valori; mi auguro che siano poche le case in cui quei valori raggiungono valori di rischio, ma le precauzioni non sono mai troppe. Voglio dare atto al sindaco di aver preso una iniziativa coraggiosa; di aver ammesso pubblicamente, e per la prima volta nella storia clinica di Orvieto, che il radon ? figlio del tufo, e che il tumore ? figlio

del radon contenuto nel tufo.

Non propongo, sia chiaro, un esodo di massa dalle case di tufo; propongo soltanto una valutazione scientifica delle percentuali di radon esistenti nelle case in cui il tufo ? materiale prevalente di costruzione. E non mi venite a dire che le case di tufo ci sono sempre state; vi rispondo che anche i tumori conclamati ora ci sono, e prima che sapessimo del radon cancoregeno, non possiamo certo sapere quante persone, in saecula saeculorum, siano morte di tumore che allora magari passava per peste, o per pellagra, o per una maledizione di Dio.

Il pericolo radon non ? invincibile; la scienza ha accertato che il tufo, zeppo di radon, ? foriero di malattie cancerogene. Ma la scienza ha anche accertato che si pu? porre rimedio al radon;lo si pu? in qualche modo rendere meno pericoloso, meno aggressivo, meno cancerogeno. Basta utilizzare appositi schermi nelle abitazioni, basta usare accorgimenti di sana edilizia che non seguitino a costruire con il tufo senza assicurarsi, nel contempo, che le abitazioni costruite con il tufo siano ariose o comunque, per quelle vecchie, dotate di obbligatori sistemi di adeguata aerazione. Il radon uccide, o fa ammalare, quando si attua; e spesso diciamo di case appunto attufate; quelle case della cava, che ingegnosi arcitetti del vecchio, restaurano senza pensare a dare aria agli ambienti; che sarebbe comunque un fatto di igiene; e che lo ? soprattutto in presenza, ormai pi? che certa, di un pericolo radon.

Propongo che il Comune, o la Provincia o la Regione- ma senza criminosi scaricabarile- invece di costruire mega autostrade sulla valle di Porano, o scannarsi per il secondo casello dell?Autostrada, si impegnino-con i soldi che gli diamo-in un?opera di ricognizione , e, se necessario, di attuazione di progetti antiradon.

Uno potrebbe pensare che io sia pagato per far svuotare il centro storico a favore delle periferie; per consentire a palazzinari neomedievali di sistemare per i ricchi forestieri le case abbandonate. Tanto la fuga dal Centro accade gi? adesso; ma non per paura del radon, bens? per paura del caro affitti.

Padroni delle case di tufo, affittate pure le vostre case a peso d?oro, ma sappiate che rischiate pure di affittarle a peso di sangue.

E non facciamo come abbiamo fatto con le antenne per i telefonini; troppi sindaci hanno pagato esperti per poi sentirci raccontare la favola della inesistenza di radiazioni pericolose legate alle antenne. Ed ora sappiamo che le radiazioni ci sono, e fanno male. E l?Europa, la nostra castigamatti, sta preparando costose procedure d?infrazione per il nostro persistere a tirar su antenne vicino alle case, e magari sopra ad un centro sportivo.

Se ci becca in infrazione l?Europa ci sanziona a stramiliardi di euro; che sanzionano formalmente lo Stato, ma i soldi li cacciamo noi; come sempre.

Mi sento tanto, oggi, un comitato di salute pubblica.

Pubblicato il: 01/06/2008

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