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Alla fiera dell?estasi

cerco guai

S? lo so che ? passata pi? di una settimana dal magnifico concerto di Branduardi e che Cerulli ha gi? da tempo pubblicato una toccante cronistoria emotiva in cui ci ha fatto ricordare di come la musica possa irretire almeno quanto il calcio.
Avrei dovuto controbattere subito, o addirittura bruciare sul tempo l?avvocato che, preso dal sacro fuoco non si sa bene se della musica, della fede ritrovata o degli spiriti del Vincaff?, forse non c?ha dormito la notte, per essere on line la mattina dopo. Sono infatti sicuro che l?articolo sia stato scritto dopo il concerto, ch? Cerulli non ? tipo da fare come alcuni critici letterari che scrivono la recensione prima di aver letto il libro, cos? che, quando lo leggono, sanno gi? cosa pensarne.
Ma questa rubrica ? stata concepita con lo spirito slow che anima questa citt? fin troppo lenta e cos? ho pensato bene di rimandare i miei pensieri, come faccio spesso, al luned? successivo.
Lo so che ?slow? sta ad ?internet? come ?Branduardi? sta a ?Duomo di Orvieto?, ma tant???
Conoscevo a memoria i brani dell??Infinitamente Piccolo?, che ho goduto in una nuova versione con lunghe e magistrali introduzioni strumentali, e mi piace sguazzare sia nelle spiritualit? del ?Cantico delle Creature? che nella giocosit? della filastrocca del ?Trattato dei Miracoli?, in cui si snocciola, salterellando, l?elenco dei prodigi compiuti dal santo frate di Assisi.
E poi i bis, con l?immancabile ?Fiera dell?Est?, che il grande Branduardi ha fatto cantare al pubblico, evitando quello scempio che tanti cantanti fanno dei brani che li hanno portati al successo, ricantandoli fuori tempo, tutti arzigogolati e stiracchiati, giusto per il gusto di fare i fichi.
Ma il giullare del terzo millennio, dopo aver cantato del giullare di Dio, ci ha regalato pure una bella ?Cogli la prima mela?, mentre le crociere del Duomo viravano dal blu al viola fino al rosso vermiglio, per non dire rosso fuoco.
?Ah, per?! -ho subito pensato- A meno di due passi da dove Signorelli ha affrescato le pene dei dannati ?l sor Angelo ci invita a ricompiere il peccato originale, interessante??
E lo stupore che ha colto anche me lo ha ben espresso Cerulli nel suo scritto e sono sicuro che il sublime contrasto sia stato notato anche dalle autorit? religiose presenti, cos? come sono certo che queste abbiano in fondo gradito una botta di ?terrenit?? dal quel sublime affrescatore musicale. Perch?, come ci tiene a ribadire lo stesso Branduardi, ?Dio, per le grandi opere, sceglie sempre gli uomini peggiori?.
Sul fatto che tutto il pubblico abbia potuto apprezzarlo ho qualche dubbio, non certo per la poca fiducia nei presenti, quanto perch? molti erano impegnatissimi in amorevoli conversazioni, costretti ad alzare il volume delle loro chiacchiere ogni volta che la musica tornava a disturbarli. Ma si sa, come nelle offerte di internet e telefonia, il ?gratis? ha sempre un qualche prezzo da pagare.
Godendo degli ultimi bis al violino, con sulle ginocchia mio figlio praticamente in estasi (mi ha persino baciato di sua volont? per averlo portato al concerto), gi? pregustavo la possibilit? di fare una domanda al maestro, salvo poi scoprire che la conferenza stampa con l?intervista ufficiale c?era stata il pomeriggio, proprio mentre io stavo alle giostre coi miei bambini.
Ultima chance: intrufolarmi tra i cacciatori di autografi e aspettare fino a mezzanotte un Branduardi stanchissimo che firmava a memoria, non vedendo nemmeno pi? se scriveva sul foglio o sulla mano del fan di turno.
Ho fatto scemare la minicalca, mi sono avvicinato e gli ho detto: ?Io vorrei molto di pi? di un autografo, vorrei farle una domanda e avere la possibilit? di pubblicare la risposta?. ?Non so se sar? in grado di risponderti, data la mia estrema stanchezza, ma proviamo? mi ha replicato amabilmente.
E l? sono partito: ?Che cos?? l?ironia per Branduardi, che ? riuscito a cantare ?Cogli la prima mela? all?interno del Duomo di Orvieto??
Sorridendo leggermente e guardandomi, prima un pochino di traverso, poi fisso negli occhi, mi ha detto: ?Ti ringrazio per averlo notato, in pochi se ne accorgono [e da questa frase si capisce che, sebbene stanco, Branduardi non rinuncia ad essere gentilissimo, ndr]. Io sono impastato di ironia, non potrei vivere senza. E poi, insomma, mica vi crederete davvero che sono diventato un mistico?.
Sublime, nonostante la stanchezza visibilissima e una certa folla residua di questuanti autografi su qualsivoglia supporto.
Sublime perch? ci ha ricordato che si pu? essere persone serie senza essere seriosi. Perch? ci ha ripetuto, gridandolo sottovoce, che ? l?ironia che ci salva. E ce lo ha detto lui, il pi? imitato e ridicolizzato dei geni italiani, il cantore di Francesco d?Assisi ma anche della nobilissima ?Donna della Sera? e di ?Altro e Altrove?, una raccolta di brani di popoli lontani sull?amore terreno e carnale, una vera chicca da sommelier della musica e della passione.
In me resta la certezza che non siano state le note del pifferaio magico ad inebetire le menti e a far loro sorbire, come dice un semiserio Cerulli, anche le canzoni di un profano vestito da sacro. Sono sicuro (o solo fiducioso, fate voi) che gli animi del terzo millennio abbiano finalmente compreso che sono finiti i tempi del ?Nome della Rosa? in cui bruciare o ritenere peccaminoso tutto ci? che riguardi il riso, lo scherzo e lo scherno, la possibilit? di mettersi in discussione e di strizzare l?occhio, insomma, l?ironia.
Pure se questa ci fa cogliere una mela, metaforica e giocosa, sotto l?occhio diretto di chi sta ?sopra? e dovrebbe benedirci nei secoli dei secoli.
Amen.

 

Pubblicato il: 26/05/2008

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