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NOTIZIE CORSIVI

La Dott.ssa Piave, il Dott. Civita, e l?Arte di ?darla??non solo a bere

Gian Paolo Aceto

Titoli possibili per un solo articolo:

 

La conferenza stampa di Mocio e Stella

messa sul tavolo operatorio

 

Presa in Giro d?Italia:

Due soli al comando!

 

La Dott.ssa  Piave, il Dott. Civita,

e l?Arte di ?darla??non solo a bere.

 

Il 4 ? 05 ? 2008 il Sindaco di Orvieto Dott. Stefano Mocio, e il Dott. Gianni Stella, manager europeo, hanno tenuto una conferenza stampa su un argomento di quasi improvvisa attualit?, l?ex caserma Piave. Assenti due giornalisti libanesi e uno peruviano.

 

Si rileva per inciso che il Sindaco in relazione ai doveri del suo incarico per legge non ? tenuto ad essere un manager, nel senso generale e particolare della parola, perch? un sindaco ?coordina esperti?, che siano all?interno o all?esterno dell?amministrazione comunale. E di non essere un manager lo sta certamente dimostrando.

A sua volta il Dott. Stella ? un manager, esperto economico finanziario, con certamente alcune o poche o molte (l? parlano i risultati, quando ci sono) qualit? che consentono di risolvere o di non risolvere un problema nell?ambito appunto dell?economia di mercato, la quale per sua natura ? ?unidirezionale?, cio? volta ad ottenere un risultato positivo per il soggetto investitore e indipendentemente da qualsiasi logica o problematica che non sia il profitto sul capitale investito.

Ma a sua volta il manager non ? un sindaco. Perci? non ? tenuto, anzi nemmeno dovrebbe, com?? abituato a fare, avere lo sguardo a largo raggio che certamente un sindaco pu? avere, e anche lui in questa vicenda lo sta certamente dimostrando.

Ciascuno dei due soggetti giuridici non ? obbligato ad avere le competenze e le responsabilit? che l?altro dovrebbe avere. Sono due binari che non si incrociano (sebbene esista anche la categoria degli incroci recitati)  come si pu? evincere dagli argomenti usati nella conferenza stampa, e di questi argomenti cercher? di fare un?analisi, e senza usare un bisturi tagliente, data la mia natura  mite (anche se ?contro tutte le paci?).

 

Fin dall?inizio della conferenza stampa il Sindaco ha puntualizzato che quella era un?occasione per ?fare il punto? sulla situazione. Sarebbe stato meglio, dopo tanti anni, se il punto ?lo si metteva? (che vuol dire un?altra cosa). Ma evidentemente il punto del Sindaco ? in realt? soltanto la solita virgola, dopo la quale si pu? continuare un periodo all?infinito, con incisi periodici, frasi relative ogni tre mesi, parentesi sintattiche semestrali, ecc. Ovviamente tutto predisposto ?da virtuosi? (alla Quinto Fabio Massimo per intendersi) per arrivare all?ultima tappa di questo Giro d?Italia esclusivamente orvietano un giorno prima delle elezioni amministrative, o malauguratamente, per un ritardo postale negli annunci elettorali, un giorno dopo. Che suonerebbe male, ma comunque suona.

Dopo la virgola del Sindaco, anzi il punto, ha preso la parola il Dott. Stella che certamente anche per affetto e stima verso il Prof. Franco Raimondo Barbabella ha esordito dicendo: Tutto ? iniziato ?concretamente? l?estate scorsa.

E naturalmente si riferiva alla fine del mandato di Barbabella e poi all?inizio del suo. Quando si dice la cavalleria?...

In effetti Barbabella non ha un solo grammo di torto o responsabilit?, vessato com?? stato prima dall?Innominabile, e poi messo in quarantena dal ?miglior sindaco dal dopoguerra?, come mi ? capitato di scrivere in passato (ma in questa dizione forse erano necessarie alcune virgolette?).

Poche righe dopo il Dott. Stella ha parlato di interazione tra Comune e mercato. Ora queste due parole rappresentano due entit? delle quali la prima ? ben identificabile, la seconda invece non ?

un soggetto giuridico preciso, ? solo un mare indistinto. E   tutt?e due sono come il pescatore e gli eventuali pesci sempre in cerca di eventuali prede da mangiare. E siccome tutta la faccenda del marketing ? finita con un pesce solo, il quale probabilmente ha fatto una proposta al pescatore, del tipo: Io abbocco, tu mi tiri su con la lenza e mi esibisci, cos? fai bella figura davanti ai presenti, ma poi io faccio quello che mi pare?., l?interazione ? mancata, come si spiegher? oltre, e non solo per i paletti messi dal pescatore.

Perch? tutta la faccenda forse ? stata rivolta al mitico Mercato, e perci? questo voleva dire che il mercato lo si conosceva veramente, e quindi le risposte positive avrebbero dovuto essere molte di pi?.

Ci sono soltanto le zitelle avvizzite che per troppa smania di sposarsi mettono mille condizioni per ?darla? e alla fine vanno in bianco, come scrivevo in un articolo di tre anni fa, sempre sulla Piave.

Perch? in effetti tutta questa storia  del marketing teaser range information memorandum step, ecc serve soltanto per orientare e farsi belli davanti all?elettorato ?di propriet??.

Piacerebbe leggere le lettere di risposta riguardanti le 25 o 23 ?manifestazioni d?interesse? di cui il Dott. Stella  parla poche righe dopo. Erano manifestazioni d?interesse nel senso che per poco, proprio per poco, chi le ha scritte avrebbe accettato le condizioni del Comune? Oppure il concetto pi? importante in queste lettere di risposta era rappresentato soprattutto da ?Distinti Saluti??

Ma insomma, a tutti piace essere salutati e ricevere cartoline.

Nel frattempo, Stella continua, e riferisce di aver lavorato, nel frattempo, alla redazione dell?Information Memorandum.

Ma scusi Dott. Stella, se all?informazione ci lavoravate  ?durante? l?invio delle lettere, ?prima? cosa

avete fatto? E nelle lettere cosa c?era scritto, le previsioni del tempo?

Il Dott. Stella dice testualmente nella conferenza stampa che lavorando alla redazione dell?Information Memorandum, si cercava (!) di descrivere, in modo dettagliato e compiuto (italiano stitico) le caratteristiche dell?immobile per dare ai potenziali investitori tutte le informazioni ecc.

Domanda: ma perch? non l?avete fatto gi? quando avete spedito ?le lettere a una serie di interlocutori??

Una volta, al tempo di Renzo Arbore, c?era la figura del ?bravo presentatore?, cio? Pierino che si cimenta a fare il presentatore.

Possibile risposta del ?bravo manager?: perch? cos? bisogna fare, secondo le regole ?corrette? dei rapporti economico-finanziario-manageriali-(elettorali, che non sar? mai detto). E ho detto tutto.

 

O quasi.

Visto che subito dopo nelle lettere si passava al ?concep??, ipotesi di lavoro ?pi? articolata?. Sembra di assistere all?applicazione dei gradi dell?ascesi, verso la visione di Dio, che per un manager ? il dio Mercato o quasi, pianopiano, un po? per volta, da bravi apprendisti manager, e, o , sindaci.

Quanto all?indicazione venuta dall?Amministrazione comunale, di evitare l?inserimento di speculatori immobiliari di breve periodo, come da me ben accennato nell?articolo ?Di Piave? Di pi?.?, ma con altro spirito, questa indicazione ? comunque moralistica e inutile.

Ma non lo sa lo Stella che il mitico mercato ? per sua natura pronto alla speculazione anche di breve periodo, com?? giusto che sia, e con tutti i crismi di legge? E non lo sa, come io credo e accetto e mi ? naturale credere e accettare, che questo che lui chiama speculazione ? esattamente quello che il mercato fa per sua natura? (e meno male che lo fa)? Perch? altrimenti ritorniamo all?Unione Sovietica.

Non lo sa l??astuto manager? che, quando ? stato a pi? alti livelli di attivit? di quello attuale a Orvieto, proprio in quel mondo era inserito? E proprio quello doveva fare?

Perci?.  come la diplomazia si basa sulla menzogna istituzionalmente corretta, cos? il mercato si basa sull?immoralit? necessaria, anche seguendo le leggi democratiche, liberali,liberiste, ecc.ecc.

E? il campo di Cesare, non delle nuvole.

 

Salto tutta una serie di piccole ingenuit? espositive e arrivo dove il bravo e solerte Dott. Stella dice che il riscontro fra le manifestazioni d?interesse e le effettive proposte ?potrebbe (!) sembrare basso?.

Premesso che le manifestazioni d?interesse molto probabilmente sono del tipo: Quando Orvieto non sar? pi? amministrativamente e politicamente militarizzata, verremo a prenderci un gelato e daremo un?occhiata alla caserma Piave, premesso questo, il Dott.Stella ci rincuora sottoponendoci il paragone con la riconversione dei mercati generali a Roma, per la quale a Veltroni sono arrivate tre proposte. Perci?, facendo il calcolo delle rispettive popolazioni, Orvieto doveva arrivare allo 0,000% per cento di proposte, invece ne ? arrivata una intera. Pensa un po?!

Comunque, a parte il momento drammatico del mercato, che per? non ? nero come ci vuol far credere, e l?unico ?credit crash? ? stato quello della Sinistra Arcobaleno, una proposta c??, ed ? quella dell?Associazione Civita e Banca Infrastrutture e Innovazione e Sviluppo del Gruppo Intesa (e San Paolo), progetto a prima vista molto interessante che pone le basi, come dice Stella,  per un capitolato di gara ecc. ecc.

Insomma, c?? un solo gruppo interessato a tutto il complesso, e si vuole promuovere una gara?!

Ma con chi altro, visto che tutto il mondo conosce la Dott.sa Piave anche nelle sue parti intime?

 

Verso la fine della sua conferenza stampa il Dott. Stella crede di ridicolizzare il concetto di ?spezzatino?, vale a dire parti della caserma divise tra diversi soggetti..

Invece ? proprio quello di cui io ho parlato nell?articolo ?La lingua italiana, l?igiene mentale e l?ex caserma Piave?, ma  certo riferendomi non ad attivit? completamente diverse l?una dall?altra, ma con una certa omogeneit? di campo, cio? la ricerca tecnico-scientifica e la possibile immissione di imprenditori-ricercatori nel campo della scienza, nanotecnologie, ecc. E perci? situazioni ben diverse da quella di un unico gestore o monopolista, e che sarebbero di vero interesse per la citt?.

L?ultima perla e quintessenza di ingenuit? concettuale viene all?ultima frase, dov?? scritto che lo ?spezzatino? creerebbe ?una sorta di assurda gestione condominiale?.

Ma perch? assurda? Che aggettivo gratuito!

Forse, nella logica della vendita a un unico monopolista, o due o tre, potrebbe dirsi un po? pi? complesso, ma nella logica delle concessioni a diversi, o pi? d?uno, secondo la mia proposta, sarebbe di normale e facile attuazione. Allora la parola ?assurdo? diventa prepotente, questa volta s? autoritaria, come per dire: altro non faremo, e scordatevi qualsiasi altra opzione.

Nella logica delle concessioni direttamente dal sindaco, questo o pi? probabilmente un altro,  sarebbe la pluralit? delle concessioni, ben diversa dall?uso plebeo della parola ?spezzatino?, che tra l?altro denota paura della flessibilit?.

 

Dal canto suo il Sindaco, dopo l?intervento del Manager, ha fatto l?intervento ?da sindaco?. E ha detto: Il mercato ha fatto le sue proposte, ora sta all?Amministrazione comunale dire che cosa ?effettivamente? si far? (ma perch?, finora avevate bluffato?), e dire cosa compatibile col mercato.

Per me quest?ultima frase ? pi? allucinante di un messaggio cifrato. Ma chi ? che deve dire cosa ? compatibile col mercato? Sembrerebbe il Comune. Perch? i soggetti interlocutori sono due, il Comune e il Mercato. E siccome non ? il Mercato che ha voglia e tempo di decidere cosa compatibile con s? stesso (non ne ha il tempo), evidente che il Sindaco si riferiva al Comune. E cio?, dopo tutto questo andirivieni di lettere, teaser, range, informations ecc., il Comune deve ancora decidere (e se lo riserva) cosa (ovviamente delle sue propriet?) ? compatibile col mercato?!?!

Sfido io che di interessati ce n?? stato uno solo, e forse dormiva.

Dopodich? il Sindaco si sofferma a ricordare che tutto quanto dovr? essere vagliato dal Consiglio comunale. Ovviamente ? giusto, ricordando per? che l? esiste la legge dei numeri, magari primi in attesa che diventino secondi.

Ma gli investitori non sono stupidi e non perdono tempo ad aspettare un Comune con le tradizioni e prassi di questo.

E inoltre, inserire il problema della Piave nel ?contesto pi? grande di tutta la Citt??, far dipendere la soluzione sulla Piave dalla soluzione per esempio dell?ex ospedale, o altro, significa avere un concetto dirigistico, elefantiaco, omnidivorante e omnidecidente proprio su tutta la citt?.

Perch? la Citt? ? la societ? di persone umane che ci vive, non i suoi muri! Altrimenti diventa la Citt? Ideale, come nel primo Rinascimento, dove il Principe progettava tutto, Stelle e Stalle.

Il Sindaco dice:La Piave non pu? essere distratta dal contesto in cui ? inserita.

Ma cos?? il contesto? La citt? intera, totale? Il resto della citt?? E allora perch? non chiamare contesto il territorio intorno alla citt?, magari tutta la Provincia, o la Regione?  A forza di dare un valore chiamiamolo di termine di paragone, o di valore complessivo impedente il nuovo, si finisce per non fare pi? niente. Il tutto pu? sempre bloccare la parte. Diventa un?esagerazione dell? ?urbanisticamente corretto?.

Se per decidere la destinazione di un solo immobile si deve tener conto di tutti gli altri, siamo fritti!!

Non si muover? pi? una foglia.

Insomma, la si vuole dare o no al mercato questa caserma? La si dia e non si faccia pi? i baciapile del concetto di pubblica amministrazione politicamente supercorretta, ecc

E anche immaginarla come ?motore di sviluppo?, come dice il Sindaco poco dopo, diventa una prosopopea. Staremmo freschi se la citt? per il suo sviluppo dovesse dipendere unicamente dalla Piave, dato che il concetto di motore ? qualcosa di centrale e unico all?interno di un organismo.

Finora la gente ? vissuta comunque, con o senza Piave. Ma certo, dato che la Piave ? libera ed ? del Comune, sarebbe bene indirizzarla verso qualcosa che ?migliori? la vita economica della citt?, che comunque gi? c??. Ma senza farne un feticcio dello sviluppo di l? da venire.

Proseguendo, il Sindaco dice: A mio avviso l?Amministrazione comunale, laddove non c?? un ruolo di programmazione ma di gestione, dovrebbe uscirne (da partecipazione del soggetto pubblico di societ?, consorzi, ecc) per favorire lo sviluppo di imprenditorialit?.

Bellissime parole, ma non ? il caso di Orvieto.

Il Comune di Orvieto sopporta l?onere degli stipendi di pi? di 220 dipendenti, il pi? alto dell?Umbria in relazione agli abitanti.

Io penso che bisogna chiudere tutte le partecipate e accentrare l?attivit? di queste al massimo livello comunale, distribuendo o ridistribuendo meglio responsabilit? e incarichi esecutivi all?interno dell?amministrazione. E ovviamente senza licenziare nessuno. Tra l?altro si risparmierebbero un sacco di soldi.

E?necessario un sindaco accentratore e manager allo stesso tempo, che trovi le persone giuste per le cose importanti da fare e non di ordinaria amministrazione. Anche chi gestir? le fiere che ho proposto sopra il parcheggio di Via Roma dovr? essere trovato all?interno dei dipendenti comunali, e io so con certezza che nel comune ci sono giovani capaci e intraprendenti.

Questo sindaco dialogher? in prima persona direttamente con privati e imprenditori, tanto per la Piave come per il resto.

 

 

La Civita e l?albergo di lusso.

E cos? l?unico pretendente della Piave ? l?Associazione Civita, nota per mostre d?arte, esperta in eventi culturali di vario genere, tra cui ovviamente anche rapporti con le banche le quali anch?esse fanno parte del ramo Cultura. E altre direzioni d?intervento descritte in modo sfumato nel sito Civita.it.

Civita propone un albergo cinque stelle nella palazzina comando, dotato di un centro di eccellenza wellness, con il parco ai piedi della palazzina a disposizione dei clienti.

Fermiamoci qui per ora. Ma di cosa si parla?

Per questo tipo di clientela conosco un solo posto, il centro benessere di Messegu?, affondato nella splendida campagna sulla strada di Todi, a Melezzole, al riparo da rumori e miasmi di macchine, e con splendido paesaggio intorno. Silenzio e bellezza  e vista arcadica.

Non si pu? dire la stessa cosa di Piazza Cahen,  dove il parco che si vorrebbe ammannire ai clienti

? a poco pi? di venti metri dalla piazza e dal suo traffico, e l?unica vista possibile ? quella su torme di turisti accaldati. Il resto della piazza ? quanto di pi? anonimo e ?spoetizzante? per i palati fini.

Ma non lo si sa che i riccastri (ma esserlo ? una bellissima cosa) detestano vedere i loro simili comuni? E che hanno bisogno di atmosfere delicate e di lusso?

Perci? annunciare di voler fare un albergo l? ? gi? una presa in giro.

Inoltre si sta gi? costruendo qualcosa di simile nell?ex convento della Trinit?, sulla strada per Buonviaggio. Almeno da l? la vista ? assicurata. Quanto al rumore, o si interrompe il flusso di auto e camion (che passano a pochi metri) per il sonno di lorsignori, o sar? dura per le loro orecchie

Ma sempre nella caserma l?Associazione Civita farebbe un secondo albergo quattro stelle superiore, soprattutto in funzione del paesaggio, che ? quello sulla valle del Paglia e che non ? esaltante.

Tra l?altro, l?incombere su questi alberghi della massa severa della caserma non sarebbe un grande spettacolo.

Le altre attivit? poi, anche se lecite e valide, creerebbero spaesamento e fastidio nei clienti speciali sopratutto del primo albergo. Il secondo, soltanto a quattro stelle e situato in un braccio della caserma, lo si pu? chiamare ?per poveri? che come ? noto sopportano tutto.

 

Ho finito.

Rimane la scelta del titolo, come dicevo all?inizio. I lettori possono inventarsene uno a scelta.

Meglio non scrivere libri ormai. Bastano i titoli.

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 12/05/2008

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